La legge sul biotestamento apre all’eutanasia: lo avevamo denunciato mentre veniva discusso il ddl e ora la realtà ci sta – tristemente – dando ragione.
Giovanni Francesco Carmagnani, 75 anni, ex consigliere comunale di Legnago, provincia di Verona, è un altro paziente che ha deciso di mettere fine alla propria vita. L’ha potuto fare “grazie” alla legge sul biotestamento.
Riportando la notizia, il giornale L’Arena non trova di meglio che fare questo commento, spiegando le figlie di Carmagnani hanno deciso di rendere pubblica la notizia «proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento delicato e importante, oltre che di estrema attualità, come quello del testamento biologico e del diritto del paziente all’abbandono delle terapie fino alla sedazione profonda continuata». Racconta Sabrina Carmagnani al quotidiano veronese: «Se io e mia sorella siamo riuscite ad aiutare papà ad andarsene come da tempo lui chiedeva, lo dobbiamo all’Associazione Luca Coscioni, impegnata da anni sui temi del fine vita, ed al suo tesoriere Marco Cappato [che sta lavorando per l’eutanasia legale in Italia, ndR]».
Il problema della Dat è stato risolto, facendo arrivare un impiegato del Comune nella casa di riposo (dove era ricoverato l’ex consigliere comunale). Poi, sospesi tutti i trattamenti, l’anziano uomo è stato sottoposto alla sedazione profonda continuativa e «in due ore e mezzo se ne è andato».
Che grande tristezza, commentiamo noi di ProVita.
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto