06/12/2017

Obiettori discriminati perché difendono la vita

La libertà di rifiutarsi di compiere azioni che ledano il diritto alla vita dovrebbe essere garantita ovunque, eppure, nel mondo, gli obiettori di coscienza sono sempre più vittime di discriminazioni e minacce.

A inizio novembre, come racconta un articolo di LifeSite, i leader e legislatori pro-life hanno partecipato a una conferenza stampa a Capitol Hill a sostegno della legge sull’obiezione di coscienza del 2017. Il disegno di legge tutela la coscienza di coloro che si trovano in sistemi sanitari che si oppongono ad eseguire un aborto o a prendervi parte attiva.

In quella sede i presenti hanno potuto ascoltare tre infermieri che hanno condiviso testimonianze personali a sostegno del disegno di legge.

Cathy DeCarlo, un’infermiera newyorkese costretta ad assistere medici abortisti, è la prima a prendere la parola e raccontare di essere stata coinvolta con l’inganno a prendere parte ad un aborto volontario (mentre se ne aspettava uno spontaneo). Quando ha chiesto un cambio, il medico glielo ha rifiutato affermando che se non lo avesse assistito sarebbe stata «accusata di insubordinazione e di abbandono del paziente». DeCarlo, ricordando le scene a cui ha assistito, racconta «Ho ancora incubi per quel giorno».

Al suo intervento segue quello di Sandra Mendoza, un’infermiera dell’Illinois che ha perso il lavoro per non aver assistito l’aborto. Citando il giuramento di Ippocrate, ha ricordato ai presenti che la missione del personale sanitario deve essere «per proteggere la vita, non per distruggerla».

Infine Fe Vinoya , un’infermiera del New Jersey che ha rischiato di perdere il suo lavoro per aver rifiutato di assistere all’aborto, condividendo la sua esperienza ha affermato che «partecipare alla distruzione della vita umana non è solo una violazione delle mie convinzioni religiose, ma è anche in conflitto con la mia chiamata di professionista medico a proteggere la vita». E afferma: «Mi è stato chiesto di scegliere tra seguire la mia coscienza o mantenere il mio lavoro per sostenere la mia famiglia – una scelta che nessun americano dovrebbe mai affrontare».

Tutte queste testimonianze devono ricordarci che chi ostacola l’obiezione calpesta un diritto fondamentale di medici, infermieri e farmacisti. Pertanto deve suscitare la nostra indignazione il fatto che in mille modi chi se ne avvale venga discriminato e fortemente scoraggiato nel suo proposito.

Nessuno mai dovrebbe contribuire ad uccidere una vita umana... tanto meno trovarsi costretto a farlo!

Luca Scalise


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