Un nuovo caso di obiezione di coscienza “da terzo millennio” è venuto alla ribalta nel Regno Unito: una pasticceria gestita come azienda familiare, di proprietà della famiglia McArthurs, sinceramente cristiana, ha fatto appello contro l’accusa di aver discriminato un omosessuale per essersi rifiutata di preparare una torta “nuziale”. Ashers Baking Co., nel maggio 2014, ha ricevuto la richiesta di una torta con i personaggi di Sesame Street (serie televisiva che ha per protagonisti i pupazzi Ernie e Bert che, secondo recenti rivelazioni degli sceneggiatori, formerebbero una coppia gay). In aggiunta, era poi richiesto di tornire il dolce con il motto “Support Gay Marriage” (sostieni il matrimonio gay).
Perché l’abbiamo definita “obiezione di coscienza da terzo millennio”? Nel Novecento la grande questione era sostanzialmente quella dell’aborto, dov’erano (e sono) coinvolti gli operatori sanitari, nell’ambito di un’attività che è in qualche modo fuori dall’ordinario e che tocca da vicino la persona umana e i grandi temi del dolore e della morte. Oggi, con l’offensiva omosessualista, si è scoperta una nuovissima specie di obiezione di coscienza che riguarda nientemeno che i pasticceri, la categoria di lavoratori che nessuno avrebbe mai immaginato “a rischio” da questo punto di vista…
Tornando al caso, l’azienda rifiutò la commissione sulla base delle credenze religiose della famiglia. Dopo un lungo iter giudiziario, è notizia fresca che la Corte Suprema del Regno Unito, ha deciso all’unanimità che l’azienda non ha discriminato il cliente a causa del suo orientamento sessuale. I giudici hanno sottolineato che «i diritti alla libertà di pensiero, coscienza e religione e alla libertà di espressione sono stati chiaramente coinvolti in questo caso»,e «includono il diritto di non essere obbligati a manifestare credenze che non si hanno […]. I McArthurs non potevano rifiutarsi di fornire i loro prodotti al signor Lee perché era un uomo gay o perché sosteneva il matrimonio gay, ma ciò era diverso dal costringerli a fornire una torta con un messaggio con il quale erano profondamente in disaccordo».
Bene per la decisione, così così per le motivazioni: come al solito la giustificazione del rifiuto di dare il proprio contributo a un atto oggettivamente sbagliato, è fatta passare per la tutela delle convinzioni soggettive dell’obiettore. Il problema è che se la libertà di pensiero porta a compiere atti giudicati “discriminatori”, la sua tutela non è più assicurata. Lo dimostrano le recenti esperienze: in questo sistema di cultura liberale, al pasticcere obiettore può andare bene e può andare male.
Vincenzo Gubitosi
Fonte:
LifeSiteNews