Oggi, 6 ottobre, presso la Commissione Tributaria Regionale di Bologna si terrà l’udienza di appello del ricorso presentato da Andrea Mazzi che ha sollevato obiezione di coscienza fiscale al finanziamento pubblico dell’aborto.
Aveva ricevuto una cartella esattoriale per non avere versato nel 2006 complessivamente 50 Euro di imposta Irpef, in quanto obiettore alle spese militari e a quelle abortive.
Mazzi, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha scelto come altri membri, la strada dell’obiezione di coscienza fiscale per non finanziare la morte di altri suoi simili coi suoi soldi.
Questa cifra non l’ha trattenuta per sé, ma l’ha versata all’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e alla Comunità Papa Giovanni XXIII, realtà che concretamente promuovono la pace e la vita.
Per questa scelta ha pagato di persona, arrivando ad essere privato dell’automobile per 9 mesi nel 2008.
“Ritengo che pagare le tasse sia un dovere – ha evidenziato Mazzi – ma non posso accettare che i miei soldi siano usati per mantenere in piedi dei sistemi oppressivi, che privano della vita tanti miei concittadini di qualche anno più piccoli e portano guerra e distruzione in tante parti del mondo.”
La Commissione dovrà pronunciarsi sulla richiesta di annullamento della sentenza di primo grado, sfavorevole all’obiettore.
Qualora questa richiesta venga respinta, Mazzi si appellerà alla Corte di Giustizia Europea per chiedere che venga riconosciuto il primato della coscienza anche in campo fiscale.
Giovanni Ramonda, Responsabile generale della Comunità, ne sostiene la scelta: «Occorre che le istituzioni concedano il diritto all’opzione fiscale alle spese militari. ... Inoltre, mentre il nostro paese lentamente si spegne per il declino demografico, continuiamo a destinare risorse a sopprimere giovani vite anziché accoglierle e prendercene cura. Ogni giorno 270 bambine e bambini vengono abortiti coi nostri soldi quelli delle nostre tasse. Con l’opzione fiscale sarà possibile per chi lo desidera sostenere direttamente le maternità anziché gli aborti».
Comunità Papa Giovanni XXIII