La libertà di religione comprende, anzi, presuppone negli attuali ordinamenti la libertà di obiezione di coscienza.
E’ quindi degna di nota, anche per le questioni che ruotano intorno a vita e famiglia, l’istituzione in sede UE di un ministero ad hoc in seno agli organi esecutivi dell’Unione.
Il presidente della Commissione europea ha assunto, oggi 6 maggio, una decisione che istituisce la carica di inviato speciale per la promozione della libertà di religione – e quindi della libertà di obiezione di coscienza – a livello internazionale.
La decisione è nata per affrontare in modo efficace le crescenti restrizioni alla libertà religiosa che si manifestano sempre più frequentemente, e certamente è nata dalla preoccupazione di dover fronteggiare l’estremismo islamico e l’intolleranza religiosa che ne consegue.
L’ex Commissario dell’Unione Europea e politico slovacco Ján Figel assumerà il ruolo di inviato speciale per la promozione della libertà di religione e di credo al di fuori dell’UE.
La decisione è stata resa pubblica in occasione della consegna del premio Carlo Magno a Papa Francesco.
Si è fatto riferimento alla risoluzione UE dello scorso febbraio sullo sterminio sistematico perpetrato dall’ISIS, e si condannano espressamente le leggi che vietano la conversione a qualsiasi religione, le leggi sulla blasfemia, e le altre leggi che comportano l’esclusione sociale e a volte anche la persecuzione fisica.
Un numero crescente di persone oggi non sono libere di vivere la loro fede secondo coscienza, anche in Paesi formalmente democratici, e non solo per la persecuzione degli Islamici: il laicismo di certe democrazie occidentali è ugualmente liberticida.
L’Unione Europea dovrebbe agire concretamente a favore della libertà di coscienza, al di là di dichiarazioni politiche e risoluzioni, perché la libertà di religione è un principio inerente alla fondazione dell’Unione europea, come ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Alliance Defending Freedom, per bocca di Sophia Kuby, si è congratulata con Ján Figel per la sua nomina a questa posizione di vitale importanza. “Siamo certi che questa nuova posizione di inviato darà voce a chi non ha voce e inizierà un nuovo capitolo della storia in cui l’UE prenderà i suoi obblighi sui diritti umani più seriamente”.
Di recente, i membri del Parlamento europeo provenienti trasversalmente da quattro gruppi politici avevano firmato una dichiarazione sull’importanza di rafforzare il diritto fondamentale alla libertà di coscienza. La dichiarazione ha citato preoccupazione per un crescente deterioramento di questo diritto fondamentale in tutta Europa e nel mondo. I parlamentari hanno chiesto all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di rispettare sostanzialmente – e non solo formalmente – i principi fondamentali iscritti nella legge naturale e in tutte le Costituzioni dei Paesi democratici.
E’ possibile diffondere su Twitter la notizia usando l’hashtag #ReligiousFreedom
Redazione
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