Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ha sollevato obiezione di coscienza alla celebrazione delle unioni civili.
Un omosessuale ha raccontato la sua storia al Fatto Quotidiano, che ha dedicato alla vicenda un servizio. Varese News riporta la frase fatta, che gira da tempo, pronunciata dall’uomo che si è sentito opporre l’obiezione di coscienza: «Mi sono sentito rispondere di no da parte del sindaco, con la giustificazione che il matrimonio è solo tra uomo e donna. Il primo cittadino è cosciente di aver giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo?».
E la risposta di Cassani: «Riconosco i diritti degli omosessuali, ma non mi sento di celebrare l’unione tra due persone dello stesso sesso. E lo stesso, credo, valga per i componenti della mia giunta – spiega Cassani al Fatto – Se ci sarà qualche ufficiale civile disposto, nessuno negherà loro la funzione».
Pare che anche un sacerdote abbia appoggiato la protesta LGBTQIA(...): «È un mio diritto non celebrare i matrimoni omosessuali e non li celebrerò» ha detto ancora il sindaco. «Se avevo messo in preventivo di essere etichettato come “omofobo” dalle associazioni omosessualiste, mai però mi sarei aspettato di essere bollato come “cretino” da un prete!».
Due brevi considerazioni.
La prima, sul prete: se su 12 Apostoli scelti personalmente da Gesù Cristo, ce n’è stato uno che l’ha tradito, 10 che l’hanno abbandonato nel momento del pericolo e il “capo” degli stessi l’ha rinnegato 3 volte, non ci stupisce che preti e vescovi, successori di quelle stesse 12 persone, possano essere traditori e rinnegatori anche loro.
La seconda, sulla solita solfa del diritto del Sindaco che – secondo alcuni – non ha diritto a sollevare obiezione di coscienza (per approfondire, rimandiamo per esempio qui): ricordiamo in breve che se valeva l’obiezione di coscienza al servizio militare, se vale l’obiezione di coscienza agli esperimenti di laboratorio sulle cavie, non si capisce perché non debba valere quella all’aborto, all’eutanasia e alle unioni civili.
Quando la legge dello Stato (legge positiva) cozza contro la legge naturale “non è legge”, diceva già Cicerone. Quindi per coscienza, la disubbidienza non solo è un diritto, ma anche un dovere.
E poi, quella battuta ammuffita sul Vangelo e la Costituzione... Bisognerebbe sapere che è proprio la Costituzione a riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza, nel momento in cui “riconosce” i diritti inviolabili dell’uomo. Bisognerebbe saperlo... il problema è che non si vuole sapere...
Redazione