È strano che, riferendosi a leggi pro life, si parli di «passi indietro», a voler indicare un regresso sociale. “Passi indietro” sono, piuttosto, le leggi e i provvedimenti che non considerano “persone” determinate categorie umane, come, ad esempio, i bimbi non nati.
Ricordate quando abbiamo parlato di quella legge che in Ohio vieta l’aborto a partire dal primo battito del cuore del bambino? Ebbene, da un articolo di Life News scopriamo che un giudice ne avrebbe impedito l’applicazione. Si tratta di Michael Barrett, il quale, in risposta a una causa da parte di Planned Parenthood e dell’American Civil Liberties Union, avrebbe affermato: «La Corte conclude che [la legge] impone un “;onere indebito” al diritto di una donna di scegliere l’aborto».
Si tratta, infatti, di una legge «pericolosa» per i sostenitori dell’aborto. Come abbiamo spiegato, già a 21 giorni di gravidanza il bambino ha una cavità cardiaca che inizia a pulsare. Molte donne non sanno ancora di essere in gravidanza, quando il cuore del loro bimbo ha iniziato a battere; per cui questa legislazione, come ricorda l’articolo, tende davvero a proteggere quasi tutti i non nati (che – ricordiamo – sono bambini dal primo istante del concepimento).
E così, la legge che tutela i bambini imporrebbe un “onere indebito” alla libertà di scelta. E, allora, le leggi che permettono l’aborto non costituiscono forse un “onere indebito” al diritto alla vita, il primo di tutti i diritti e senza il quale nessun altro diritto esisterebbe?
Fortunatamente, il governatore Mike DeWine, che ha firmato la legge ad aprile, rassicura sul fatto che la battaglia per difendere i diritti dei più deboli non si fermerà di fronte a questo ostacolo: «È nostro dovere credo ed è la funzione essenziale del governo proteggere coloro che non possono proteggersi, proteggere coloro che sono senza voce».
Luca Scalise
Fonte: Life News