All’inizio era solo per i malati terminali e senza speranza, poi di eccezione in eccezione, dalla depressione al tremolio, si arriverà alla regola della “morte per tutti gli stanchi e insoddisfatti” della propria vita. Io non credo che una persona felice della propria vita voglia in cuor suo togliersela, a meno che non si trovi in un grave caso di patologia masochistica o qualcuno lo convincesse che la sua morte sarebbe un atto di generosità per gli altri. Comunque sia, negli ultimi giorni, gli stessi quotidiani olandesi, di solito poco propensi a presentare notizie sull’eutanasia, hanno invece dovuto occuparsene.
Tutti sappiamo che la legge attuale è in vigore nel Paese dall'aprile 2002. In questa legge ci sono linee guida accurate e dettagliate per consentire ai medici di eseguire l'eutanasia su richiesta di un paziente. I pazienti devono vivere una sofferenza insopportabile senza prospettiva di miglioramento per poter beneficiare dell'eutanasia. Due medici devono approvare la richiesta. I dettagli di ogni eutanasia completata devono essere comunicati a un comitato di revisione regionale indipendente, per garantire che la procedura sia stata eseguita nel rigoroso rispetto delle regole. I medici non sono obbligati a eseguire l'eutanasia e i pazienti non hanno il diritto di chiederla. La decisione di eseguire l'eutanasia quindi è una decisione congiunta tra medico e paziente. Qualsiasi medico che abbia obiezioni di coscienza ha il diritto di rifiutare di eseguire l'eutanasia.
Nei giorni scorsi un partito della coalizione di Governo, i liberaldemocratici D66, ha rotto gli indugi sul tema e annunciato la presentazione a breve della richiesta di discussione urgente di una propria proposta di legge che consentirebbe agli anziani che ritengono che la «loro vita sia finita» di essere aiutati a morire. Dai prossimi mesi in Olanda, alle eccezioni dei malati di Alzheimer, ai psicologicamente depressi di qualunque età, agli affetti da tremolii, si potrebbe aggiungere la categoria degli anziani «insoddisfatti della propria vita» e «stanchi di vivere». Diciamolo chiaramente, sono ben pochi gli anziani che non si sentano stanchi e soddisfatti della propria vita. La mia povera nonna me lo aveva confessato almeno tre volte l’anno dall’età di 70 anni e sino alla morte naturale a 92 anni. In Olanda avrebbe rischiato l’eliminazione, ovviamente per il “suo bene”. Tutti noi, nipoti e pronipoti la dovremo sempre ringraziare per i molti anni e la grande e feconda saggezza ed ironia con la quale ci ha accompagnato.
I ministri del Governo di coalizione attuale stanno esaminando diverse “opzioni” per il suicidio assistito per le persone «stanche della vita» ma, secondo i liberal democratici, il Ministro della sanità Hugo de Jonge (democristiano) non sta lavorando abbastanza rapidamente. «Il ministro percepisce ovviamente l'urgenza meno di noi», ha dichiarato in un comunicato il partito D66. «Le persone molto anziane che ne hanno avuto abbastanza dovrebbero essere in grado di morire quando lo desiderano.»
Prima dell’estate, nel giugno scorso, il Governo aveva lanciato una nuova campagna per incoraggiare le persone a pensare di più alla fine della loro vita. L'anno scorso, il numero di casi di eutanasia è diminuito del 7% e solo sei dei 6.126 casi registrati sono stati classificati come problematici. In oltre il 90% dei casi, i pazienti soffrivano di cancro o di altre malattie terminali o non curabili. In questi stessi giorni, la Clinica privata per l’Eutanasia e il Fine Vita, fondata nel 2012, ha comunicato che sta gestendo circa 250 richieste di fine vita al mese. Fin dalla sua fondazione ha gestito quasi circa 12 mila richieste di aiuto alla morte, di cui poco più del 25% è stato onorato. I casi aumenteranno certamente perché, visti i tanti processi in corso contro i medici pubblici, sempre più persone si rivolgono alla struttura privata (+15% nel prime semestre 2019). L'aumento, afferma il personale della clinica, potrebbe essere in parte dovuto ai “controlli extra” che i medici stanno subendo dal Ministero dopo vari casi di abusi o violazioni della legge.
Cresce dunque il macabro business della morte in Olanda, certo e solo per la soddisfazione del paziente irreversibilmente malato o insoddisfatto della vita.
di Luca Volontè