Mentre dalle Marche arriva la notizia – tremendamente storica – del primo suicidio assistito chiesto, e secondo media e Radicali, autorizzato, il Parlamento non rimane fermo proprio sul tema del fine vita. Oggi, infatti, la Commissione Giustizia della Camera si riunisce alle ore 14 e al termine delle votazioni pomeridiane in Aula insieme alla Commissione Affari sociali per le votazioni degli emendamenti al testo unificato su eutanasia e fine vita, mentre un – seppur scarso – bagliore di speranza arriva per quanto riguarda l’obiezione di coscienza.
Le novità giunte ieri, infatti, riguardano l’inclusione degli emendamenti voluti dal centrodestra, in particolare quello sull’obiezione di coscienza. «Il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie – si legge nella bozza – non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione». Il diritto all’obiezione può essere revocato in qualunque momento e riguarda i singoli medici, mentre le strutture ospedaliere pubbliche saranno tenute «in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge».
Altra riformulazione che accoglie le richieste del centrodestra riguarda le cure palliative. Ogni persona adulta «capace di intendere e di volere e di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli» deve quindi essere previamente coinvolta in questo percorso curativo e solo dopo averlo rifiutato, potrà essere avviata al suicidio assistito.
Viene poi introdotto l’obbligo consultivo da parte di un Comitato di valutazione clinica territoriale, tenuto ad esprimersi entro trenta giorni dalla richiesta di morire. In caso di parere contrario, il richiedente può ricorrere al giudice territorialmente competente entro sessanta giorni dalla ricezione di quel parere.
La discussione in aula della nuova bozza, come previsto, dovrebbe essere calendarizzata per il 29 novembre. Se l’obiezione di coscienza è una “buona notizia”, in quanto sacrosanto diritto da tutelare, altrettanto però non si può dire in generale della proposta di legge che, appunto, sta andando avanti e dunque porta sempre e comunque verso la strada eutanasica, come ha dichiarato ai microfoni di Pro Vita & Famiglia il deputato della Lega Alessandro Pagano.
«Non dico che il testo è stato stravolto – ha dichiarato - ma sicuramente ne è stato modificato l’aspetto originario», ha dichiarato il parlamentare di centrodestra. «Abbiamo chiesto di avere un testo collazionato nella sua interezza, altrimenti si rischia di avere una visione frammentata – ha proseguito Pagano –. Abbiamo chiesto qualche ora di tempo per studiare gli emendamenti proposti da Bazoli e, quindi, confrontarsi».
«Abbiamo visto un’apertura e questo è positivo – ha aggiunto il deputato leghista –. Speriamo questo vada nella direzione di un miglioramento rispetto a un’impostazione da cultura della morte».
Il testo discusso finora, infatti, è ritenuto marcatamente «eutanasico», ha sottolineato Pagano. «Abbiamo il dovere di mantenere una certa prudenza, fino a che non potremo studiare il nuovo testo. Per ora apprezziamo la buona volontà. Vedremo se i due relatori saranno in grado di fare proposte che vadano al di là dell’ideologia e del qualunquismo di cui PD e M5S sono molto succubi», conclude il parlamentare della Lega.