«La medicina è al servizio dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo», quindi «si può e si deve respingere la tentazione indotta anche da mutamenti legislativi di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia».
Lo ha detto Papa Francesco ieri mattina, ricevendo in udienza in Vaticano la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. «La medicina» ha detto il Pontefice «comporta un essenziale e irrinunciabile riferimento alla persona nella sua integrità spirituale e materiale, nella sua dimensione individuale e sociale».
Papa Francesco, rivolgendosi ai 350 professionisti presenti nella Sala Clementina, ha inoltre sottolineato che i medici sono «convinti di questa verità sulla scorta di una lunghissima tradizione; ed è proprio da tale convinzione che scaturiscono le giuste preoccupazioni per le insidie a cui è esposta la medicina odierna».
«La malattia» ha proseguito il Papa «è più di un fatto clinico, medicalmente circoscrivibile; è sempre la condizione di una persona, il malato, ed è con questa visione integralmente umana che i medici sono chiamati a rapportarsi al paziente».
Eutanasia e suicidio assistito sono, per Francesco, «strade sbrigative di fronte a scelte che non sono, come potrebbero sembrare, espressione di libertà della persona, quando includono lo scarto del malato come possibilità, o falsa compassione di fronte alla richiesta di essere aiutati ad anticipare la morte».
di Salvatore Tropea