Si può ancora fare una buona politica, degna di questo nome, e veramente servizio dei veri valori? Di fronte ad un simile quesito, molti – a maggior ragione vedendo la forza con cui i grandi media e la cultura dominante remano quotidianamente in direzione opposta -, saranno ormai tentati di farsi prendere dallo scoramento. Eppure, una politica a difesa della vita e della famiglia è ancora possibile, eccome se lo è. Solo, servono coordinamento ed organizzazione, passione e preparazione.
Occorrono insomma tutti quegli elementi che sembrano esserci, e in abbondanza, in «Vita e famiglia», il nuovo team cui nelle scorse ore, a Bruxelles, ha dato avvio il gruppo parlamentare dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr). A fare gli onori di casa a nome del gruppo, per l’occasione, c’è stato l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. In occasione del primo ritrovo, «Vita e famiglia» ha eletto – per acclamazione – la sua presidente, l’eurodeputata Margarita de la Pisa Carrión, del partito spagnolo Vox.
Classe 1975, madre di ben nove figli, a Bruxelles dal 2019, de la Pisa rappresenta il gruppo Ecr anche nella commissione parlamentare Femm - politiche per le donne e la parità di genere -, che è poi quella, come suggeriscono già le sue competenze, da cui spesso traggono origine molte delle risoluzioni parlamentari più discusse sui temi etici. Mostrando intraprendenza e voglia di fare, la neopresidente ha già annunciato la volontà di coinvolgere nel lavoro del gruppo tutte le realtà associative pro-family e pro-life che si renderanno disponibili a collaborare. Che dire, senza dubbio un buon inizio.
Non a caso anche Fidanza sono arrivate parole cariche di entusiasmo. «Come Conservatori europei ci siamo dotati di un gruppo di lavoro dedicato ai temi della vita e della famiglia, perché questi valori sono costantemente sotto attacco nelle istituzioni europee e devono essere difesi sempre meglio», ha dichiarato l’eurodeputato, secondo cui con questo gruppo verrà ribadita «la centralità della famiglia come cellula base della società, l’unicità della famiglia naturale orientata alla procreazione, il valore insopprimibile della vita umana e la necessità di favorire politiche pro-life, la libertà educativa dei genitori contro qualsiasi indottrinamento gender dei nostri figli».
Parole, quelle dell’esponente di Fratelli d’Italia, che è difficile non commentare positivamente. E che fanno ben sperare sulla capacità di «Vita e famiglia» di fare squadra, fungendo non solo da argine alle politiche contro la vita, ma anche da megafono e veicolo di proposte di tenore opposto. Si sottolinea quest’ultimo aspetto nella piena consapevolezza – ampiamente suffragata dall’esperienza – che limitarsi a frenare le istanze della cultura dominante è una strategia estremamente rischiosa e comunque, alla lunga, perdente. Molto meglio, invece, iniziare a spendersi per una controffensiva su vasta scala, dal piano politico a quello giornalistico, da quello istituzionale a quello comunicativo.
In conclusione, dunque, non si può che accogliere positivamente le istanze promosse dal nuovo gruppo, nella speranza che la sua costituzione possa coincidere con la promozione di quei valori antropologici che, è bene ribadirlo, non hanno colore politico né bandiera, trattandosi di pilastri dalla cui difesa dipende qualcosa di molto più rilevante d’un mero interesse di parte, e cioè il bene comune nonché la possibilità di far sì che le giovani generazioni, a loro volta, possano viverlo, testimoniarlo e diffonderlo.