Dopo aver respinto due anni fa un referendum sullo stesso tema, il Piemonte si conferma Regione virtuosa in fatto di tutela della vita fragile o morente. È molto soddisfatto Maurizio Marrone, assessore regionale piemontese alle Politiche Sociali, della recente bocciatura del disegno di legge sul suicidio assistito da parte del Consiglio Regionale. Al tempo stesso, comunque, l’assessore, intervistato da Pro Vita & Famiglia, riconosce in questo risultato i meriti delle campagne della nostra onlus che, evidentemente, hanno agito positivamente sulle coscienze degli eletti di centrodestra.
Assessore Marrone, il Consiglio Regionale del Piemonte ha respinto la proposta di legge sul suicidio assistito. Non era scontato che ciò avvenisse: ritiene che nel vostro Consiglio, vi sia una buona consapevolezza sul diritto alla vita?
«C’è sicuramente un livello di consapevolezza adeguato a non cadere vittime delle provocazioni radicali. Tanto Lega quanto Forza Italia avevano lasciato ai propri consiglieri libertà di coscienza, ma tutti hanno convenuto che legiferare a livello regionale su un tema delicato come il suicidio assistito, quasi come fosse mera burocrazia sanitaria, avrebbe potuto aprire ad un far west normativo sulla pelle dei più fragili. Peraltro il centrodestra al governo della Regione Piemonte aveva già dimostrato compattezza quando respinse la proposta delle sinistre sul quesito referendario riguardante lo stesso tema, due anni or sono. Sicuramente la nostra Regione è un buon esempio per l’Italia intera».
Leggi del genere sono appoggiate anche da esponenti del centrodestra (vedi Zaia in Veneto): cosa manca per ottenere una maggiore sintonia di vedute nella coalizione su questo tema?
«Serve un approfondimento culturale diffuso su questi temi etici, in grado di creare in ogni eletto nelle istituzioni, anticorpi sufficienti per resistere alla martellante propaganda messa in campo quotidianamente sui maggiori organi di informazione dai fautori della cultura della morte. Laddove, però, nel centrodestra, qualcuno cede alle sirene del pensiero politicamente corretto, molto efficaci si sono dimostrate le campagne di sensibilizzazione di Pro Vita & Famiglia per richiamare i consiglieri al rispetto degli impegni elettorali».
Se di certo nessuna Regione ha bisogno di una legge sul suicidio assistito, di quali leggi c’è bisogno per tutelare la vita fragile o morente?
«Bisogna rafforzare i servizi di accompagnamento alla morte naturale perché nessuno desidera davvero morire ma solamente far cessare la sofferenza. Una sanità che risponda al dolore con la soppressione invece che con cure adeguate tradisce la missione fondata sul giuramento di Ippocrate. Quindi, dalle cure palliative alle terapie del dolore, fino al rafforzamento degli hospice e livelli dignitosi di assistenza domiciliare e residenziale ai malati cronici, c’è molto da fare per promuovere in positivo la cultura della vita fino all’ultimo, in modo da avvicinarci all’obiettivo di non mettere nessuno nella tremenda condizione di voler morire pur di smettere di soffrire».