Domani, domenica 19 settembre, dalle 16 alle 18, alcuni esponenti di Pro Vita & Famiglia e di Ora et Labora della zona di Milano organizzeranno un presidio per Alta Fixsler, la bambina britannica di due anni a cui le autorità della Gran Bretagna vogliono “staccare la spina”, perché la morte sarebbe “nel suo miglior interesse”.
Un incubo che si ripete. L’abbiamo già vissuta nel recente passato (vedi casi di Charlie Gard e Alfie Evans). Il presidio sarà in Piazza del Liberty, incrocio via San Paolo, dove ha sede il consolato britannico di Milano.
Di fronte alla vicende di questi bambini e della volontà di eutanasia nei loro confronti – in in nome del principio per cui “la morte è nel miglior interesse delle persone” - qualcuno potrebbe pensare che non dobbiamo preoccuparci tanto, perché sono cose che succedono all’estero, ma non da noi in Italia.
FALSO! Forse da noi è rimasta ancora un po’ più di umanità e pietà, ma purtroppo anche in Italia qualcuno sta lavorando alacremente perché si instauri la cultura della morte e dello scarto.
Le leggi sulla eutanasia, che alcuni stanno portando avanti, si basano infatti sullo stesso principio. E cioè il principio per cui esistono vite più o meno “degne di essere vissute”. Ma è un principio assurdo e criminale.
Chi decide se una vita è o meno “degna” e quindi va eliminata? Chi si crede a tal punto Dio da dividere le vite come di serie A e serie B? In realtà TUTTE le vite sono degne di essere vissute, e vanno difese fino all’ultimo! La persona anziana, quella in stato vegetativo, il bambino ammalato che sta a letto con un respiratore. Tutti hanno diritto a vivere e noi abbiamo, come società, il dovere di aiutarli e non di ucciderli in nome di un fantomatico “best interest”.
L’espressione “il suo miglior interesse è morire” è una espressione barbara, e che non è possibile sentirsi dire nel 2021. Un principio che vale anche per i bambini non nati. Il bimbo con sindrome di down o con qualche malattia genetica ha diritto di nascere, come tutti gli altri bambini e non di essere scartato con la diagnosi prenatale.
Questo per noi si chiama civiltà e umanità. Non certo il contrario!
Se c’ è qualcuno che invece vuole far passare la barbarie dell’eutanasia , dell’eugenetica e dell’eliminazione delle persone sofferenti come una “conquista di civiltà”, noi ci opporremo fermamente.
di Angelo Mandelli