Se si vuol vedere ciò che saranno gli Stati Uniti da qui a dieci anni grazie all’Obamacare, basta guardare a quel caos chiamato Servizio Sanitario Nazionale (National Health Service, NHS) nel Regno Unito.
Secondo me, il NHS ha un approccio alla sanità burocratico e sclerotizzante, dall’alto verso il basso, che deprofessionalizza la medicina dettando protocolli di trattamento imposti dall’alto.
Un giornalista del quotidiano di sinistra Guardian fa notare che negli ospedali del NHS le persone disabili affrontano una discriminazione fatale: “Ogni settimana 24 disabili sono uccisi sulla base di presunzioni. Questi dati scioccanti sono basati su di un’inchiesta commissionata dal governo in una regione del Paese, in base alla quale si scoprì che le persone con disabilità hanno il 37% di possibilità in più di essere uccise a causa di incompetenza o cure inadeguate, e le loro vite finiscono in media 16 anni prima di quanto dovrebbero. Più serie sono le disabilità, maggiore è il rischio per questi individui. Perdonatemi dunque se non mi associo al ‘culto’ nazionale dell’ NHS. L’organizzazione Mencap ha fatto delle campagne per prevenire queste morti, accertando l’esistenza di 100 casi negli scorsi sei anni. E’ stata indicata come causa principale di questi decessi una scarsa comunicazione tra i parenti del disabile e il personale curante, ma Mencap ha concluso che l’unica spiegazione per così tante morti (evitabili!) è di fatto il pregiudizio. Dottori ed infermiere riflettono la visione, prevalente nella società, che le persone con disabilità profonde siano cittadini di seconda classe, le cui vite non vale la pena di salvare. Immaginate lo scandalo, se altre minoranze conoscessero un tasso di morti paragonabile.”
Le persone disabili affrontano sempre delle difficoltà a essere trattate come gli altri. E’ la conseguenza di aver rifiutato l’eccezionalismo umano. Ma la discriminazione medica comporta qualcosa di più che un assetto culturale discriminatorio. L’ NHS controlla esplicitamente i costi attraverso un sistema di valutazione della “qualità di vita”, dettato dal NICE, il National Institute of Clinical and Health Excellence, che di eccellenza ha ben poco. Se fin nel midollo del sistema alligna la pretesa di giudicare la qualità della vita altrui, c’è poco da stupirsi se coloro la cui qualità della vita è ritenuta deteriore, e che sono anche più costosi da curare, finiscano “dalla parte corta dello stetoscopio” (cioè ricevano assistenza inferiore, n.d.t.).
L’Obamacare istituirà lo stesso tipo di valutazione della qualità di vita negli USA, col tempo. Anzi, già molti, nell’intellighentsia della medicina e tra gli “architetti” dell’Obamacare, sono totalmente a favore di quest’idea per controllare i costi – incluso il New England Journal of Medicine.
Nota del traduttore: l’articolo è apparso su lifenews.com: l’Autore, Wesley J. Smith, è consulente speciale per il Centro di Bioetica e Cultura ed è un avvocato specializzato in bioetica, che scrive per il blog “Secondhand Smoke”.
Traduzione e adattamenti a cura di Matteo Luini
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Fonte: LifeNews