La giovane Tia Parks, una ragazza di soli 26 anni e già mamma di una bambina di quattro anni, «è morta per emorragia interna dovuta alla rottura della tuba di Falloppio sinistra che si è verificata durante l'aborto del bambino che portava in grembo, probabilmente a causa della forza della procedura di aspirazione, o subito dopo».
Un articolo di Life News ci informa della tristissima vicenda. La donna stava conducendo una gestazione eterotopica di due gemelli, uno di essi si era impiantato in utero, l’altro in una tuba di Falloppio.
Si era rivolta alla clinica abortista Preterm, scelta fatale, a detta del Presidente dell'Operazione Rescue, Troy Newman, il quale spiega: «È stato sconsiderato per Preterm praticare l'aborto di Parks nella loro clinica ambulatoriale, soprattutto perché sono così inclini a infliggere lesioni mortali alle donne durante l'aborto. Abbiamo documentato oltre due dozzine di emergenze mediche e sappiamo che è solo una parte delle donne che sono state ricoverate dopo aver abortito in quella struttura».
Dopo l’aborto, infatti, Tia iniziò ad avvertire dolori addominali acuti. Giunta in ospedale, le sono stati trovati dei liquidi liberi nell’addome, ma non ci fu tempo di intervenire: poche ore dopo è morta.
Casi come il suo, normalmente, vengono oscurati dai media, che spesso hanno tutto l’interesse a mostrare che l’aborto non causa alcun tipo di complicazioni alla salute, o vengono spacciati per puri casi di malasanità.
Fatto sta che quello di andare incontro ad una grave emorragia, anche letale, è un rischio concreto, sia a causa della procedura dell’aborto chirurgico, sia (e ancor più) nel caso dell’aborto farmacologico.
È fondamentale, dunque, creare una sana informazione circa i rischi a breve e a lungo termine di questa pratica, affinché non si ripetano più simili tragedie.
di Luca Scalise