Si avvicinano le elezioni regionali in Umbria, che si terranno il prossimo 27 ottobre. Le associazioni in difesa della vita e della famiglia hanno promosso un Manifesto Valoriale proprio per chiedere alla classe politica di rimettere al centro la tutela della famiglia. Un manifesto che verrà presentato nel corso di un convegno il prossimo 17 ottobre a Perugia.
Tra i promotori e i relatori anche il neurobiologo e psichiatra Massimo Gandolfini e presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, intervistato sull’argomento da Pro Vita & Famiglia.
Professor Gandolfini qual è l’obiettivo dell’incontro di Perugia e del Manifesto?
«L’obiettivo è proprio quello di mettere al centro la famiglia e i valori che sono fondanti della nostra società e del nostro Paese, che sono: la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, la difesa, appunto, della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio come afferma la nostra Costituzione e la libertà educativa dei genitori. Sono punti che mettiamo nell’agenda delle elezioni regionali in Umbria ma che metteremo anche nelle elezioni successive. Pensiamo, infatti, che sia di fondamentale importante che la classe politica, se vuole fare bene il suo lavoro, tenga conto sono questi gli elementi da cui partire».
Queste istanze, presentate in Umbria, potranno valere anche a livello nazionale? C’è comunque il rischio che la politica non le prenda in considerazione?
«Sicuramente questo rischio c’è, però i cittadini hanno tutti in mano una grande arma che è quella del voto, anche se sembra che ultimamente faccia paura ad alcune forze partitiche. È fuori discussione, secondo me, che l’attuale governo non rappresenti in pieno il sentire della maggioranza degli italiani. I cittadini hanno il potere di esercitare questa arma ma devono anche essere resi consapevoli e ben informati in questo marasma culturale che caratterizza i nostri tempi. In questo senso bisogna far passare il messaggio che tutelare la vita o tutelare la famiglia non significa discriminare nessuno, ma significa che in Italia, se nascono bambini, è una ricchezza per tutti»
Quindi dare a tutti le informazioni e gli strumenti per tutelare la famiglia e la vita?
«Esatto, perché occorre ricordate che in Italia dal 1978 ad oggi sono stati uccisi 6 milioni di bambini nel grembo materno. Qui non si tratta di fare nessuna lotta contro le donne e i loro diritti, ma di prendere consapevolezza di una piaga terribile, che è diventata anche ciò che la legge non permette, poiché è diventato oramai un metodo contraccettivo ma la legge vieta proprio questo fine. Tutelare la famiglia, in tal senso, significa maggiore natalità e un incremento delle nascite significa anche l’incremento del Pil, quindi delle condizioni economiche generali e questo a cascata porta a non aprire ad altre strade vergognose come l’eutanasia o al suicidio assistito. Tutto questo noi lo vogliamo appunto proporre alle elezioni regionali e speriamo siano istante che arrivino a chi governa anche se, con molta oggettività, siamo consapevoli che le forze che attualmente sono al governo sono pro aborto, pro eutanasia, pro utero in affitto, per la legalizzazione della cannabis e per l’educazione gender nelle scuole. Quindi vogliamo sensibilizzare i cittadini affinché non sostengano idee di questo genere».