Ben 70 associazioni pro family e pro life italiane, tra le quali anche Pro Vita & Famiglia, hanno sottoscritto e presentato un appello indirizzato al neo presidente del Consiglio Mario Draghi. Le associazioni, riferendosi in particolare al tanto discusso quanto importante Recovery Plan, hanno presentato le loro istanze in favore della vita e della difesa della famiglia, con cinque proposte di obiettivi per l’agenda politica del nuovo governo.
Dopo un lungo e attento confronto, scrivono le associazioni nella nota, si è arrivati a porre un’attenzione particolare ai «principali fatti della legislazione e della giurisprudenza», ovvero: «la vita come dono sempre straordinario e intangibile, la famiglia come privilegiata scuola di gratuità, la piena libertà di educazione, nonché la sussidiarietà come affascinante leva di riforme di crescita e di libertà».
L’appello, dunque, chiede al nuovo governo Draghi di mettere al centro la «promozione della VITA, valorizzando nei fatti ciascuna persona, in qualunque condizione sia». Di seguito i cinque punti con gli altrettanti obiettivi proposti dalle associazioni.
1) Il Recovery Plan sia l’occasione per un grande piano per la rinascita demografica, drammatica emergenza del Paese, sostenendo la natalità, assieme alla famiglia e alle comunità come luoghi imprescindibili per la crescita della persona e per il bene comune;
2) Il Recovery Plan abbandoni perciò la matrice centralista per essere rifondato scommettendo su politiche di sussidiarietà, ad esempio (a) riformando il fisco attorno alle dimensioni familiare e comunitaria, con un prelievo inversamente proporzionale alla composizione del nucleo, (b) con l’introduzione di sensibili benefici per nuova imprenditorialità nonché radicali premialità per l’occupazione ovvero in generale (c) preferendo agli strumenti assistenzialisti quelli capaci di avviare e sostenere percorsi virtuosi di tutte le comunità intermedie sia profit che non profit;
3) Una rinnovata fiducia per la natalità (a) non accetti i recenti tentativi che -anziché prevenire- snaturano i consultori e banalizzano l’i.v.g. con la “privatizzazione” dell’aborto farmacologico e la “normalizzazione” di farmaci antinidatori, in aperto contrasto persino con la legge 194/78 (cfr. Circolare ministero salute 12.8.2020 e Decreto AIFA 8.10.20), e (b) non tema di raccogliere le sollecitazioni di alcune “magistrature superiori”, rilanciando, in Parlamento, un più netto contrasto all’utero in affitto e ad ogni forma di mercificazione della donna e dei bambini, per sostenere invece la vita nascente, nonché le madri in difficoltà per una gravidanza, con sensibili risorse, innovativi strumenti (es. art. 30 dPR 396/00) e adeguando le formule occupazionali alle esigenze dell’essere mamma;
4) Una netta scelta per la vita dovrà altresì indirizzare adeguate risorse del Recovery Plan per garantire a tutte le persone fragili (a partire da quelle maggiormente provate dalla pandemia) i trattamenti più appropriati senza limiti di età, compresi l’idratazione e l’alimentazione, nonché per assicurare adeguate proporzioni a quel “diritto negato” che sono le cure palliative, oltre che per avere finalmente una sanità in grado di offrire in tutto il territorio italiano congrue prestazioni ad alta intensità di cure e un pieno supporto ai diversamente abili, anche nella prospettiva del “dopo di noi”;
5) Sia combattuta con forza la povertà educativa e l’abbandono scolastico, aggravatisi fra i giovani nella pandemia, anche finalmente realizzando un effettivo pluralismo e ponendo fine alle crescenti diseguaglianze fiscali, sociali ed economiche fra istituti del medesimo sistema di istruzione (art. 1, L. 62/00), con la deducibilità delle rette per i cicli primari e secondari, “doti-scuola”, costi standard e convenzioni per una piena collaborazione e parità fra scuole pubbliche-paritarie e pubbliche-statali.