20/01/2020

Risarcimento per figlia con sindrome di Down, torna l’eugenetica

Due genitori avrebbero chiesto ai medici un risarcimento di ben 80 milioni di dollari per la nascita della loro figlia con sindrome di Down: se fossero stati avvertiti per tempo della presenza di tale anomalia cromosomica, avrebbero optato per l’aborto, leggiamo in un articolo di Life News.

Ormai siamo troppo abituati a vedere accostato alla parola “aborto” il termine “scelta”. Ma un bambino nel grembo materno non è una scelta, è una persona, un figlio a tutti gli effetti.

Come spiegavamo in un altro articolo, sin dal primissimo giorno del concepimento, l’embrione unicellulare possiede un’identità umana data dai cromosomi, la sua «individualità e unicità», la sua «autonomia biologica (noi tutti siamo vissuti per circa 8 giorni, dal concepimento fino all’impianto, senza fonti ossigenative dirette ma utilizzando l’energia trasformata dal materiale tubarico che circondava le nostre cellule iniziali)», una «“capacità manageriale” eccezionale tra gli esseri viventi con gradualità, continuità e coordinazione» ed il «cross-talk (colloquio incrociato con la madre) ai fini dell’impianto e della tolleranza immunologica».

Ci troviamo, dunque, di fronte a un nuovo essere umano, di cui l’aborto volontario ne causa attivamente la morte. Già questo dovrebbe indurci ad una seria condanna di tale pratica (non, ovviamente, di coloro che vi fanno ricorso).

Tanto più dovrebbe suscitare la nostra più piena indignazione il dilagare dell’aborto per ragioni eugenetiche. Quello, cioè, volto a sopprimere bambini ritenuti “non degni di vivere” perché affetti da patologie, disabilità, malformazioni o anomalie d’altro tipo, come la sindrome di Down.

Chi siamo noi per decidere chi può vivere e chi no? È gravissimo che la stessa opinione pubblica che ha giustamente condannato l’eugenetica nazista, in troppi casi strizzi l’occhio a una simile strage di innocenti, come quella che sta colpendo i non nati con sindrome di Down, che in Islanda vengono abortiti nel 100% dei casi.

Pro Vita & Famiglia Onlus continuerà a schierarsi al fianco di tutti coloro che hanno sindrome di Down, ribadendo che nessuno al mondo merita di essere vittima di quella “cultura dello scarto” che, con l’aborto e tante altre pratiche pro morte, sta sacrificando milioni di persone.

 

di Luca Scalise

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