Tra i candidati di centrodestra alla presidenza dei Municipi di Roma Capitale, uno dei meglio piazzati al primo turno è stato Daniele Rinaldi. Al ballottaggio del 17-18 ottobre, Rinaldi, che ha ottenuto il 34,28% delle preferenze, sfiderà il suo avversario di centrosinistra, che ha riportato il 33,95%.
48 anni, funzionario tecnico presso un ente di ricerca specializzato in sicurezza sul lavoro, Rinaldi è stato presidente dell’associazione “Genitori in movimento” e ha contribuito alla stesura del piano regolatore sociale dell’allora Municipio VI. Consigliere municipale dal 2008 al 2016, è stato presidente della Commissione sicurezza, vicepresidente della Commissione scuola e capogruppo di Fratelli d’Italia, di cui è membro dell’assemblea nazionale.
Firmatario del manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia, Rinaldi è probabilmente il candidato presidente nei municipi romani che più si batte per la famiglia. Come da lui stesso ribadito a Pro Vita & Famiglia, tra i suoi principali punti programmatici, ci sono la libertà educativa e l’esclusione dell’ideologia gender dalle scuole del Municipio V.
Rinaldi, Lei è tra i firmatari del manifesto di Pro Vita & Famiglia: perché, anche in un contesto di piccole dimensioni come un Municipio, è importante esporsi apertamente sui principi non negoziabili?
«Quello a cui stiamo assistendo con l’ideologia gender è agghiacciante. Sono assolutamente contrario ad un pensiero unico che vorrebbe veicolare messaggi del tutto diversi dalla realtà, ovvero che i bambini nascono da una mamma ed un papà. Una delle tante battaglie che ci unisce come coalizione è quella di mantenere le nostre radici cristiane nel contesto della scuola: mi riferisco alla sacralità del Santo Natale, al presepio, alla Pasqua e alla difesa del Crocifisso anche nei luoghi pubblici. È importantissimo, perciò, se non fondamentale, riportare al centro del programma politico i valori non negoziabili, priorità del mio mandato se sarò eletto presidente».
Il Municipio V, per la cui presidenza Lei è candidato, è collocato alla periferia Est di Roma e copre anche aree piuttosto disagiate. Quali sono le principali problematiche che devono affrontare le famiglie del vostro territorio?
«Indubbiamente, per molte famiglie il problema principale riguarda il fatto di vivere in aree da sempre dimenticate dalle amministrazioni precedenti, in cui, all’assenza dei servizi a sostegno delle persone più fragili, si aggiunge, il dover vivere in contesti dove si riscontrano gravi carenze nella sicurezza. Il problema della sicurezza, inoltre, si riflette sulle preoccupazioni delle famiglie che vedono crescere i loro figli in ambienti fortemente nocivi e diseducativi. È proprio per questo che nel mio programma ho voluto impegnarmi a rilanciare le consulte tematiche municipali sulle fragilità. È necessario, quindi, creare una rete che coinvolga strutture pubbliche, associazioni private, enti di volontariato e parrocchie, in grado di poter sostenere le famiglie in difficoltà».
Nel suo programma elettorale quali sono gli altri punti che riguardano da vicino vita, scuola e famiglia?
«Nel Municipio V risiedono oltre 250mila persone, ovvero una popolazione superiore anche ad alcuni capoluoghi di Regione. Le azioni che possono essere messe in campo sono molteplici e riguardano l’ambito educativo, quello culturale e il sostegno concreto ai valori che ci vedono in prima linea. L’obiettivo è promuovere iniziative culturali che diffondano la bellezza e la sacralità della vita e della famiglia, cellula vitale e fondamentale della società. Sono certo che si possano finanziare progetti a sostegno dei valori che ci proponiamo di diffondere. Questo, ovviamente, avverrà con un grande lavoro che faremo soprattutto nelle scuole. Sarà nostro impegno garantire la libertà di scelta educativa, ovvero la possibilità per i genitori di scegliere l’educazione per i propri figli. Proprio per questo, vigileremo affinché nessun progetto riguardante l’ideologia gender entri nelle aule scolastiche».