02/09/2018

Satanismo pro aborto: una sentenza giusta (per caso)

Il satanismo, si sa, nasce come avversione al cristianesimo e si caratterizza per esserne il contrario in ogni ambito. Etimologicamente “satana” vuol dire proprio “avversario”. Quanto alla vita nascente, ad esempio, se la venuta al mondo di un nuovo essere umano è salutata con gioia dal cristianesimo – e l’aborto è giudicato un crimine orribile – per il satanismo la soppressione del bimbo nel grembo materno è addirittura un rito sacro. Per gli Stati Uniti non è nuova la notizia che il Tempio Satanico contesti in sede giurisdizionale le limitazioni poste dalla legge all’esercizio del “diritto” di aborto. La vicenda in questione, che abbiamo già raccontato tempo fa, si è ora chiusa con decisione del tribunale.

L’avvocato di “Mary Doe” aveva sostenuto che dalla prospettiva della loro “religione”, una serie di ostacoli di questo tipo (l’attesa di 72 ore per riflettere sulla decisione di abortire, la consegna dell’opuscolo del consenso informato...) per l’accesso all’aborto è vista come una «predica». L’oggetto del contendere era soprattutto una frase contenuta nell’opuscolo del consenso informato, che dice: «la vita di ogni essere umano inizia al momento del concepimento. L’aborto interromperà la vita di un essere umano autonomo, unico e vivente». Secondo Mary Doe – e il satanismo – così facendo lo Stato «promuove una dottrina religiosa» in cui, però, lei non crede. Nel suo ricorso affermava che «La decisione [di abortire] è sostanzialmente motivata e informata dalla fede di Mary Doe nei dogmi [del satanismo]. Quindi la sua attuazione, cioè l’aborto, è l’esercizio della religione [sic!] protetto dal Religious Freedom Restoration Act».

La Corte ha respinto il ricorso perché la donna non era incinta al momento della causa (aveva già abortito) e pertanto la controversia era priva di legittimazione processuale. LifeNews parla di «vittoria», sia pure temporanea. In realtà siamo di fronte a un rigetto motivato da ragioni squisitamente tecniche: se Mary Doe fosse stata incinta non sappiamo quale sarebbe stato l’esito, soprattutto se consideriamo l’indifferentismo americano di fronte alle religioni (per cui satanismo e cristianesimo praticamente si equivalgono). Tradotto sul piano dell’ordine pubblico significa che è riservato lo stesso trattamento tanto a chi rispetta quanto a chi calpesta il diritto naturale. Intanto, in un’aula di tribunale, è stato possibile a una madre – ripetiamo: una madre – di presentare l’uccisione di suo figlio come atto religioso.

Vincenzo Gubitosi

Fonte:
LifeNews

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.