La scorsa settimana, il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, accogliendo le richieste delle associazioni familiari, ha annunciato l’emanazione di una nota ministeriale che va incontro alle esigenze degli alunni disabili. In un video inviato ai partecipanti al convegno alla Camera, organizzato da Articolo 26, Frassinetti ha ricordato l’importanza della piena applicazione della Legge 182, per la realizzazione della «vera inclusione» e la tutela del «ruolo delle famiglie». In tale direzione va la nota sollecitata dal sottosegretario che «consentirà da subito di formulare le proposte delle ore di sostegno come di consueto, senza la necessità di utilizzare le tabelle C e C1 nello spirito del dl 66/2017».
Una sollecitudine che è stata fortemente apprezzata dalle associazioni familiari, a partire da Articolo 26, il cui presidente, Carlo Stacchiola, ha commentato con Pro Vita & Famiglia la presa di posizione del sottosegretario, illustrando così le problematiche degli alunni disabili, la cui vita scolastica avrebbe bisogno di una forte deburocratizzazione, con le famiglie rimesse al centro del processo decisionale.
Carlo Stacchiola, allora siete soddisfatti di quando annunciato dal sottosegretario Frassinetti?
«Sì, ci siamo sentiti incoraggiati dalle parole del sottosegretario, che ha ringraziato tutte le associazioni di cui noi di Articolo 26 siamo i capofila. Questa nota dovrebbe vedere un maggiore coinvolgimento dei genitori, cosa che il decreto interministeriale 182 sembrava in realtà limitare parecchio. Abbiamo anche preso atto con soddisfazione che verrà adottata una semplificazione molto importante riguardo all’uso delle tabelle, che erano un ostacolo per la vita concreta delle famiglie e delle scuole. Un’altra questione molto importante, a cui la nota ministeriale dovrebbe dare subito attuazione, è quella della formulazione delle ore di sostegno senza dover utilizzare le tabelle C e C1».
Nel concreto che vantaggio per gli alunni dovrebbe determinare questa nota?
«Innanzitutto, in base alle indiscrezioni che sono trapelate, le famiglie avranno un ruolo molto più centrale nell’azione di governo sulle iniziative prese nei confronti dei ragazzi fragili o alle prese con la disabilità. C’è quindi una maggiore centralità della famiglia, che precedentemente, al contrario, sembrava scavalcata, quasi esautorata: tutto questo ci sembrava addirittura paradossale, dal momento in cui, chiaramente, in tema di fragilità, i genitori, più che in ogni altro ambito, dovrebbero essere coinvolti e resi partecipi, anzi, direi proprio protagonisti delle decisioni, da parte delle scuole dei loro figli. Sotto questo aspetto, quindi, attendiamo che le parole del sottosegretario Frassinetti trovino una conferma».
Si prospetta, quindi, anche una deburocratizzazione dei processi decisionali scolastici?
«Nei dettagli questo aspetto non ce l’ho molto presente. Ci sarà, comunque, come accennavo, un coinvolgimento che riguarda che riguarda proprio il tema della governance, quindi, della possibilità di decidere in merito ai percorsi che i ragazzi dovrebbero seguire. Per il resto, potrebbero essere pure supposizioni, forse premature. Aspetterei dunque la nota ministeriale, per poi eventualmente poterla commentare e a bocce ferme. Sulla riduzione della burocratizzazione, a cui lei accennava, non mi sento di prendere posizione, perché non so con certezza cosa riguarda».
Dal punto di vista degli studenti, comunque, possiamo parlare di un passo avanti verso l’inclusione?
«Il punto focale è che, paradossalmente, nel tema dell’inclusione, che riguarda i ragazzi con fragilità e disabilità, si assisteva all’esclusione del nucleo familiare e dei genitori, quindi era davvero un paradosso. La nostra associazione Articolo 26 ha come “mission” la libertà di scelta educativa dei genitori, che va garantita come prescritto da tutte le carte internazionali e anche dalla nostra Costituzione. Più che mai, questo tema riguarda l’inclusione dei ragazzi che si trovano a fare i conti con una realtà che è stata gestita in maniera speciale».
Per concludere, che aspettative avete da questa nota ministeriale?
«Le nostre aspettative vanno oltre la nota ministeriale. Il nostro auspicio è che questo sia il primo passo di un percorso che andrà a mettere al centro la famiglia e non solo. Un percorso che speriamo riesca a porre rimedio ad alcuni aspetti critici del decreto interministeriale 182 che, durante il convegno, abbiamo sottolineato soprattutto con gli interventi di Evelina Chiocca e di Gualtiero Raimondi. Tante criticità che, però, ora guardiamo con ottimi auspici, visto che, in questo primo passo, il ministero dell’Istruzione ha agito su nostra sollecitazione, con questo documento che è stato preparato da Articolo 26 e che poi è stato sottoscritto da diverse decine di associazioni che, con passione e con grande cuore, operano nell’ambito del tema della disabilità. Quindi, il nostro auspicio è che non ci si fermi alla nota ministeriale, che già è un primo passo, ma che l’iter possa continuare, grazie al contributo che possiamo dare noi come associazione Articolo 26 nel favorire il colloquio tra le varie parti in causa. Un colloquio che sicuramente dovrà portare a una sintesi di tante esigenze e pareri diversi che riguarda più ministeri, perché riguarda il ministero dell’Istruzione, quello della Salute e anche quello dell’Economia. Sarà sicuramente un percorso non semplice ma adesso possiamo sperare in una soluzione sicuramente positiva».