Un altro bambino inglese, Alfie, potrebbe essere vittima di eutanasia non consensuale in Inghilterra. Lo stesso potrebbe accadere in Italia se venisse approvata la legge sulle DAT
ROMA – 11 dicembre 2017
Alfie Evans, un bimbo di un anno e mezzo, potrebbe presto essere ucciso come Charlie Gard: i medici dell‘Alder Hey Children’s Hospital – dove il bambino inglese si trova – vorrebbero sospendere la ventilazione, ritenendo che debba morire per soffocamento in quanto la sua vita non sarebbe di “qualità”.
«Diversamente dal caso di Charlie, in quello di Alfie non c’è stata nemmeno una diagnosi affidabile, e quindi nessuno sa quale possa essere la sua ‘speranza di vita», afferma Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus. «È orribile pensare che potremmo avere presto una ulteriore piccola vittima della cultura della morte, quella cultura per la quale la persona non vale per quello che è, ma varrebbe solo se altri la giudicano degna di vivere».
«Ringraziamo l’associazione dei Giuristi per la Vita (qui un’intervista all’Avv. Filippo Martini) che si sta impegnando in questo momento per portare il piccolo Alfie in un ospedale italiano e così salvarlo dall’eutanasia omissiva in Inghilterra».
Se passa la legge sulle DAT, ora in discussione al Senato, la vita dell’incapace o del minore sarà nelle mani di un ‘rappresentante’che potrà decidere, se il medico concorda o se lo decreta il giudice tutelare, di farlo morire di fame e di sete oppure sospendendo altre cure necessarie.
Continua Brandi: «Si tratta di una vera e propria eutanasia non consensuale, che potrà essere praticata anche su bambini. Avremo quindi tanti casi come quelli di Charlie e Alfie qui in Italia: bambini che potranno essere uccisi anche dalla complicità di coloro che avranno approvato la legge sul biotestamento».
«Infine, si consideri un aspetto particolarmente odioso del disegno di legge sulle DAT: potrebbe essere l’unica legge in Europa che obbligherà il medico a uccidere un paziente contro la sua coscienza, facendolo morire di fame e di sete. Infatti, in Europa, quegli Stati che hanno legiferato sulle DAT lo hanno fatto generalmente senza vincolare il medico alle DAT precedentemente scritte», conclude Toni Brandi.
Ufficio Stampa ProVita Onlus
Ne hanno parlato, tra gli altri: Il Giornale, Stilum Curiae, Universo mamma, Riscossa Cristiana, BUAsrl, Il Giornalone, News Super Web, Infovaticana.com
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