Sei bullo? Via dalla famiglia. La legge contro il bullismo che arriverà in Aula alla Camera lunedì prossimo riporta proprio questa novità tra le righe del nuovo testo e prevede che il ragazzo che compia atti di questo tipo e che non modifichi i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, possa essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risultasse controproducente alla sua rieducazione. Il rischio che si può facilmente intravedere è subito spiegato. Come ha dichiarato bene l'avvocato Fabio Giordano “il termine BULLISMO nella singola fattispecie è superficiale perché la domanda è: che reato ha commesso nel comportamento identificato come tale?".
Noi diciamo di più: chi deciderà la pena lo farà in base a quale parametro e criteri certi? Nel mondo del diritto finora per i minori valeva la regola che il carcere doveva essere l'ultima strada come punizione e che il principio fosse l'educazione e il rispetto che dovevano sempre partire principalmente dai genitori, nonché dagli insegnanti. Se cambiamo i paradigmi del diritto cambiamo la società, non solo la legge che influenzerà il modo di pensare e di agire. E il principio che un bambino possa essere tolto ai genitori perché giudicati incapaci di crescerlo bene, se da un lato può sembrare giusto in caso di atti violenti, dall’altro è molto pericoloso: chi rieducherà questi bambini? E perché non accompagnarli con i genitori in un percorso pedagogico ed obbligato dal Tribunale per tutta la famiglia?
Ma c’è ancora di più. Manca un reato ad hoc nel nostro codice penale e il M5s si è rifiutato di inserirlo nonostante sia stato presentato un emendamento che lo richiedesse e questo non fa dormire tranquilli. Infine scaricare tutto su scuole e servizi sociali ha i suoi limiti, che ben conosciamo: i fondi non bastano e chi controlla i controllori? Anche nel mondo dei servizi sociali non è tutto rose e fiori, gli ultimi casi di cronaca ce lo ricordano bene.
Non neghiamo certo il fatto che il bullismo rappresenti ormai un allarme sociale elevatissimo e che come tale vada trattato, ma chiediamo che si faccia la massima attenzione affinché lo strumento che lo può regolare e punire non diventi un’arma di qualche visione ideologica di parte. Come spesso accade, si guardi alla legge contro l’omofobia, il topo entra sempre dalla finestra lasciata aperta.
di Jacopo Coghe