Nel Comunicato Stampa dell’Associazione Scienza e Vita diffuso in data 18 marzo, si evince come non si debba essere favorevoli all’eutanasia, ma anzi “donare” assistenza e amore ai malati. Ne riportiamo integralmente il testo
“Raccogliamo volentieri l’invito del Presidente della Repubblica a un confronto sereno e non pregiudiziale sul fine vita: in questi anni abbiamo continuato a tenere alta l’attenzione sul tema promuovendo convegni, incontri e dibattiti per difendere i più fragili dall’arbitrio della società dei sani” commentano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’Associazione Scienza & Vita.
“Il dibattito prepolitico, incentrato sui possibili dettati di una buona legge in materia, non può prescindere da elementi fondanti quali l’alleanza terapeutica tra medico e paziente, la previsione di alimentazione e idratazione come sostegni vitali, il rifiuto di ogni accanimento sproporzionato. Soprattutto però, non può sottrarsi dal caposaldo di ogni democrazia: la tutela dei più deboli dagli abusi del sistema. L’opzione eutanasica non può essere intesa come scelta di libertà, ma piuttosto come il segno doloroso dell’emarginazione del singolo e della resa a una società dello scarto che preferisce eliminare anziché accompagnare”.
“Invece di promuovere la soluzione definitoria dell’eutanasia, occorre potenziare la rete delle cure palliative per fornire una risposta concreta alla sofferenza e al dolore, incrementando adeguatamente le risorse per la ricerca scientifica e il sostegno alle famiglie. Per mantenere aperto il dialogo sul fine vita, è necessario dare voce anche ai malati, alle famiglie e alle associazioni e a tutti coloro che in varie forme, negli ospedali e nel servizio di assistenza domiciliare, si prendono cura dei pazienti, bisognosi di sostegno e di rispetto, più che di ‘pietose’ decisioni”.
Associazione Scienza&Vita