Il sesso (libero e senza limiti) è un dio. L’individuo non deve incontrare ostacoli nel realizzare i suoi desideri e nella ricerca del piacere: questa è la filosofia imperante.
Tra i valori dominanti, per i cultori della morte, c’è quello che la gente dovrebbe essere in grado di fare sempre tutto quello che vuole con il proprio corpo e del proprio corpo.
Di fronte al proprio corpo gli altri e i diritti degli altri non contano proprio niente.
Questo giustifica l’aborto, ma non solo.
Per la Planned Parenthood, per esempio, è perfettamente lecito che le persone sieropositive nascondano il loro stato ai partner sessuali.
Cosa fatta, per esempio, da una celebrità di Hollywood come Charlie Sheen, che ha ammesso di essere stato con 5.000 donne da quando gli è stato diagnosticato l’AIDS.
L’International Planned Parenthood Federation, in un suo libretto per i giovani sieropositivi, dice che chi vive con l’HIV ha il diritto di decidere se, quando e come rivelare il proprio stato di sieropositività. Alcuni Paesi hanno leggi che impongono ai sieropositivi di dichiararsi, prima di avere rapporti sessuali, anche se usano il preservativo. Queste leggi, secondo la PPF violano il diritto alla privacy delle persone che vivono con l’HIV.
Del resto, prosegue l’opuscolo della PPF, ci sono molte persone a cui non importa se il loro partner è sieropositivo o no. E ognuno ha diritto alle sue esperienze di piacere sessuale.
Già nel 2011, un membro dello staff della Planned Parenthood è stato colto dal giornalismo investigativo di Live Action mentre diceva a un uomo con una malattia venerea che poteva donare il sangue.
Ecco. Questo spiega perché parliamo di “cultura della morte“, quale back ground ideologico dell’ipersessualizzazione della società.
Redazione