«Come fanno a rinunciare a delle persone come Nicole? Guai se non avessi lei, per fortuna che ce l’ho! Nicole, se non fosse nata, non sarebbe stata la mia gioia e la mia consolazione, come lo è in questo momento. È giusto che sia nata anche lei e che non sia stata eliminata».
Piene di commozione e gratitudine, sono queste le parole con cui il nonno di Nicole, una ragazza di 24 anni con la Sindrome di Down, parla di sua nipote in un servizio prodotto da Le Iene.
L’Islanda eugenetica
Peccato che non tutti la pensino come lui, specialmente in Islanda, Paese che “vanta” di aver «eliminato la sindrome di Down», mentre, in realtà, sta solo uccidendo tutti i bambini che ce l’hanno (ogni riferimento all’eugenetica nazista NON è puramente casuale).
Il programma televisivo Le Iene – racconta La Stampa, ha perciò pensato di andare in Islanda ad intervistare con Nicole vari medici, tra cui il genetista Kári Stefansson, che, in un documentario, sostiene di aver «quasi sradicato la Sindrome di Down» dall’Islanda.
Vincitrice nel 2015 di quattro ori e un argento ai Mondiali sudafricani di atletica leggera, Nicole Orlando ha deciso quindi di “volare” con Le Iene e sua mamma nel paese in cui il 100% delle donne, che scoprono di avere in grembo un figlio con un cromosoma in più, scelgono di abortire.
Desiderosa di capire il perchè di un tale eccidio, Nicole scopre che queste ultime vengono informate solo degli aspetti negativi che comporta la Sindrome di Down e non di quelli positivi.
Nicole, con Le Iene, in Islanda
Medici, genetisti ed esperti, hanno affermato concordi di indirizzare sistematicamente chi vuole abortire un figlio, con questa anomalia cromosomica, presso strutture o famiglie che si occupano di bambini con Trisomia 21. Ma la responsabile dell’unica associazione islandese di questo tipo afferma di non essere mai stata chiamata da nessuno.
E così il “down screening“, in Islanda, corrisponde in automatico ad una sentenza di morte, nel caso in cui il bambino innocente non rispetti i canoni comandati dall’eugenetica.
Ma Nicole ha una vita davvero bellissima, una vita come quella di ciascuno di noi, con le gioie, i dolori, i momenti facili e quelli difficili che vive ognuno. Convinta che il cromosoma da molti ritenuto “di troppo” sia in realtà una “marcia in più“, è entrata a sorpresa nello studio del dottor Stefansson.
Dopo un’iniziale espressione di evidente, quanto ignobile, disprezzo da parte del genetista e un tentativo di cacciare la giovane con la madre e la troupe, i toni si sono placati. Alla domanda di Nicole «Perchè ci vuoi eliminare?», il medico ha risposto: «Non voglio uccidere nessuno, né te né nessun’altro, è uno spiacevole fraintendimento».
Problematiche emerse
Ebbene, se questo sia il reale pensiero del genetista non possiamo confermarlo, ma alcune conclusioni possiamo trarle. Anzitutto l’informativa in Islanda circa la Sindrome di Down è estremamente lacunosa e porta a vedere quest’ultima per quello che non è: una sciagura o una malattia...
In secondo luogo, come evidenziava la responsabile dell’associazione per i bimbi con Trisomia 21, la prima cosa che l’autorità sanitaria propone a una donna incinta è il “down screening”, con un allarme tale da mostrare la Sindrome come un qualcosa di pericoloso ed inducendo, così, all’aborto.
Ma in ultima analisi, che un bimbo abbia o meno un’anomalia genetica, una malformazione o una patologia, non toglie che si tratti pur sempre di un essere umano vivo e vero, degno, come tutti, di esistere.
Che mondo sarebbe senza Nicole?
Senza dubbio, nessuno è in grado di avere una sincera empatia, di dare affetto e di regalare un sorriso meglio di chi ha la Sindrome di Down. Senza l’allegria e l’attaccamento alla vita che li contraddistingue, il nostro sarebbe un mondo certamente più grigio, e senza la loro spontaneità, più freddo.
Senza Nicole nessuno avrebbe potuto dire per telefono al suo amato Carmelo che il paesaggio che la circonda «È incantevole»...
Di seguito riportiamo il servizio. Buona visione.
Luca Scalise
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