La proposta di legge sul testamento biologico minaccia la vita e la libertà dei malati e dei più deboli, ma dà anche un serio colpo alle regole del contraddittorio democratico.
Sono arrivate, infatti, le dimissioni tanto annunciate della senatrice De Biasi (da relatrice, non da Presidente della Commissione, ci tiene a precisare l’Ansa), per portare il pdl sulle DAT, cioè sul testamento biologico, che è la via italiana all’eutanasia, in aula, evitando di completarne la discussione in commissione.
Una volta in aula – deciderà la conferenza dei capigruppo quando – si ventila l’ipotesi di un super emendamento “canguro”, cosicché la legge possa essere immediatamente votata così com’è e senza discussione anche lì, per evitare modifiche che implicherebbero un nuovo passaggio alla Camera.
E’ una legge tesa a calpestare i diritti fondamentali dell’uomo – la vita, la libertà e l’autoderterminazione – perciò non ci stupisce che calpesti anche le regole basilari della democrazia parlamentare.
La pdl sul testamento biologico pdl calpesta la libertà dei medici e la libertà dei pazienti stessi: quelli vincolati a DAT che sono state rilasciate in tempo e condizione diversa, quelli – specie i disabili – che non possono revocarle, e i minori e gli incapaci che saranno uccisi per fame e per sete in base alla decisione non loro, ma di un rappresentante.
“La proposta di legge sul biotestamento è la via italiana all’eutanasia. E per di più all’eutanasia non consensuale dei malati minori di età o incapaci destinati alla orribile morte per disidratazione. Se il Parlamento approverà anche questa legge di morte, ne dovrà rispondere a Dio e agli elettori”, conclude Toni Brandi, in un comunicato stampa rilasciato da ProVita Onlus, che potete leggere qua.
Redazione
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