15/01/2024 di Gloria Callarelli

The Sun: «Il nostro Capodanno è stata una chiamata… Gli artisti hanno responsabilità, scegliamo il Bene!

Una chiamata in tutti i sensi, dal telefono del don certo, ma forse con filo diretto al Cielo. Fatto sta che dopo la telefonata di Francesco Lorenzi, leader della band “The Sun”, e l’instancabile don Alberto Ravagnani, il concerto di Capodanno, due settimane fa a Lignano, è stato un successo. Non solo musica e divertimento ma anche momenti di condivisione e di gruppo intensi e significativi. Un evento che ha coinvolto i giovani in un Capodanno rock all’insegna di valori positivi, al quale ha partecipato anche Pro Vita & Famiglia onlus, con la presenza – e l’intervento – di Maria Rachele Ruiu. Dell’iniziativa ne abbiamo parlato proprio con il frontman dei The Sun, Francesco Lorenzi.

 

Innanzitutto come è nata l’idea dell’iniziativa?

«L’iniziativa è nata da una telefonata tra me e don Alberto Ravagnani. Insieme a Officina del Sole, che è il nostro funclub, stavamo pensando di organizzare qualcosa a Capodanno, cosa che mi è stata spesso chiesta dai nostri fan e che non avevamo mai fatto. E proprio nei giorni in cui stavo parlando di questo con il direttivo di Officina del Sole mi è arrivata una telefonata da don Alberto che mi ha detto semplicemente: “Ehi Fra, facciamo qualcosa di bello a Capodanno?”. Eravamo reduci dalla bellissima esperienza del Joy music Fest organizzata con Officina del Sole a Bellaria Igea Marina. Don Alberto era presente in veste di presentatore e i ragazzi della Fraternità per fare testimonianze. Sulla scia di questa bellissima avventura condivisa, hanno pensato di chiamarmi e proporre questa iniziativa: Officina del Sole, Fraternità e The Sun. Così è cominciato tutto: in ritardo sui tempi usuali per eventi di questa portata, era ottobre, ma le cose buone e di giusta ispirazione vanno accolte al massimo. Lui non sapeva che noi stavamo pensando di fare qualcosa a Capodanno e in questa telefonata ho visto qualcosa di più. Così abbiamo cominciato»

Quando è il caso di dire una vera chiamata…Perché è stata un’iniziativa importante?

«E’ stata un’iniziativa importante perché abbiamo dato un’alternativa di qualità, solida e di contenuto a tanti giovani e a tante famiglie perché a Capodanno le proposte sono sberluccicanti ma molto superficiali oppure se hanno contenuto profondo spesso non danno attenzioni necessarie a far vivere esperienze a 360 gradi ai ragazzi e alle famiglie. Abbiamo potuto condividere un’esperienza di vita, amicizia, divertimento, fede e crescita personale»

Quale messaggio avete voluto trasmettere?

«Abbiamo voluto trasmettere molti messaggi in questa tre giorni: volevamo che le persone si potessero incontrare in un clima di autenticità, di fraterno ascolto, di comunione, di condivisione valoriale, di riflessione su tematiche importanti. I messaggi trasmessi avevano a che fare con il valore unico e irripetibile della vita di ognuno di noi. Ed è tanto importante, anche se sembra un concetto scontato, perché le persone vivono in un mondo che svilisce il valore intrinseco e immutabile degli esseri umani. Abbiamo lavorato sulla necessità del fatto che la nostra persona ha ragione di esserci. Il motivo per cui siamo stati creati è un motivo d’amore. Questo Amore ci chiede di essere vissuto accolto, condiviso, custodito. Per questo abbiamo poi sviluppato una serie di tematiche con lo speech anche di Maria Rachele Ruiu, le parole di don Alberto, il concerto dei The Sun, le catechesi. In quel momento c’è stato tutto»

C'è bisogno sempre più di eventi di questo tipo, che trasmettano un messaggio positivo oggi ai ragazzi. Sei d'accordo?

«Assolutamente sì. Noi abbiamo un osservatorio particolare: abbiamo a che fare con tanti giovani di realtà differenti e ci rendiamo conto di quanto sia necessario proporre eventi ed esperienze di questo tipo. Ahimè vedo che molti provano a proporre momenti di aggregazione ma senza la giusta attenzione a tutte le dinamiche fondamentali per proporli. Noi The Sun abbiamo vissuto direi due vite e ci rendiamo conto di tutti quegli aspetti che nel mondo, se vuoi legato alla Chiesa Cattolica, spesso le persone non colgono. Noi cerchiamo di portare la nostra esperienza professionale maturata in questi anni a servizio di eventi che non siano solo un paio d’ore belle passate in compagnia ma che abbiamo una solidità che lascino un segno nelle persone e ne vediamo i frutti perché le persone spesso poi cambiano in senso positivo, evolvono».

La musica ha una sua forza in grado di muovere le coscienze e le persone e quindi, anche voi artisti, avete un compito importante. Cosa ti senti di dire a chi propone modelli sbagliati, magari scegliendo le scorciatoie imposte dalle lobby?

«La musica è un dono di Dio, che ci permette di incanalare emozioni e valori che in altri modi forse sarebbero meno efficacemente trasmessi. Io credo tantissimo nella sua forza e nella sua incredibile capacità di direzionare le coscienze. Richiede consapevolezza, anche nella quasi totalità della musica mainstream, che purtroppo manca. Purtroppo oggi se si vuole avere spazio bisogna quasi pagare il pizzo alle lobby: anche chi non ha una posizione forte su temi mainstream si aggrega al carrozzone, sapendo che così è tutto più semplice. Un qualcosa di una gravità enorme perché noi autori siamo responsabili di quello che comunichiamo: dobbiamo saper prendere una decisione anche con fatica. Essere i The Sun, ad esempio, è bellissimo ma è difficile. Però dà una libertà enorme ed è necessaria per produrre musica libera e liberante che serva il Bene e la Verità. Non c’è successo che possa ripagare la bellezza, la forza, la santità che c’è nello scegliere questa libertà».

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