Abbiamo assistito nei giorni passati a diverse polemiche tra laici e non laici, cattolici e semi-cattolici, a proposito del Presepe e delle poesie di Natale: in nome della tolleranza nei confronti degli Islamici, sono stati banditi in più di un contesto pubblico (scuole, Comuni..)
Non solo: ci risulta che comunque – per amor di laicità e per tolleranza verso coloro che la religione proprio non la tollerano – sono anni che ai bambini si insegnano a Pasqua e Natale poesie laiche (sulla pace, la solidarietà, la tolleranza... ma guai a nominare Gesù Bambino, per carità: è intollerabile).
Di tutte queste vicende ProVita non ha parlato, perché non strettamente connesse a problemi bioetici.
In America, invece, la “tolleranza” impone di scacciare quelli che intonano i canti di Natale fuori dalle cliniche abortiste. E allora la notizia ci interessa direttamente.
LifeSiteNews riporta il fatto, non nuovo in realtà perché connesso con il divieto per i sidewalk couselors di pregare e manifestare per la vita fuori dai locali dove si praticano gli aborti (anche in Italia).
Il primo emendamento della Costituzione americana, quindi, non vale per chi intona canti di Natale su un marciapiede pubblico al di fuori di una clinica per aborti a Falls Church, Virginia.
Uno dei coristi è stato addirittura arrestato dalla polizia che gli aveva intimato di tacere.
C’è anche il video: due agenti di polizia si avvicinano a quelli che cantavano “Silent Night” al 900 di S. Washington St. intimando di tacere per via di un’ordinanza che vieta rumori per le strade. Il punto è: Silent Night è un rumore?
La cosa non è passata inosservata e molta gente ha protestato a favore dei perseguitati. E’ intervenuta anche Alliance Defending Freedom e, alla fine, pare che anche le autorità abbiano fatto marcia indietro e abbiano detto che “volevano dire che i canti sarebbero stati vietati se fossero stati urlati o amplificati...”
E va bene. Anche per questa volta lo Spirito del Natale è salvo...
Redazione