06/09/2019

Tra gli Stati Socialisti australiani c’è una gara a facilitare l’eutanasia

Il parlamento a maggioranza laburista (ovvero i Socialisti) dello stato australiano di Victoria già nel 2017 aveva approvato la legislazione sulla morte assistita. La legge è entrata in vigore a giugno 2019 e il primo paziente è già morto lo scorso 4 Agosto. Le domande di una dozzina di vittoriani, inoltre, sono già state approvate quindi è solo questione di tempo e anch’essi torneranno a render conto al Creatore della propria vita e della propria morte. Anche altri due Stati laburisti stanno discutendo dell'eutanasia e sembra che la loro legislazione sarà ancora più permissiva di quella di Victoria. Alle elezioni politiche federali dello scorso 19 maggio, contro ogni previsione ed ogni “filantropico” interesse, la vittoria è stata dei Liberali (ovvero la coalizione dei Conservatori), ma in alcuni Stati la maggioranza rimane in mano Laburista (Victoria, Queensland, West Australia). Molti commentatori descrivono questa deriva verso l’eutanasia di molti Stati australiani come un "brivido mortale", un piano inclinato e scivoloso in azione.

«Vi è una seria preoccupazione per questo slittamento», afferma Chris Moye, presidente del comitato legale etico e medico dell'Australian Medical Association. «Molti di questi cambiamenti stavano accadendo anche prima della legge vittoriana. Non abbiamo visto come funziona la morte assistita a Victoria, eppure questa tendenza allo scivolamento verso forme più ampie di eutanasia sta avvenendo anche altri Stati e giurisdizioni”.

I critici si concentrano in particolare sui dettagli di un disegno di legge proposto nel parlamento dell'Australia Occidentale. A Victoria, i medici non sono autorizzati a sollevare il tema dell’eutanasia nei loro colloqui con i pazienti, invece nella legislazione del West Australia, i medici sarebbero autorizzati a suggerire la possibilità di eutanasia, senza che nessun specialista debba essere coinvolto. Anche l'obiezione di coscienza è sempre più difficile. A Victoria i medici che si oppongono non sono obbligati indicare altri medici favorevoli alla eutansia; in WA invece lo sarebbero. Infatti, con l’approvazione di martedì 2 settembre della legge sull’eutanasia nello Stato del West Australia, (44 voti favorevoli e 12 contrari), il primo vero scoglio per la sua definitiva approvazione è stato superato e, a breve, dovrebbe passare al Senato dove ci sarà comunque una fiera e accanita opposizione.

Secondo la proposta, gli adulti malati terminali che vivono nello Stato e che soffrono e probabilmente hanno meno di sei mesi di vita - o un anno se vivono una condizione neurodegenerativa - potrebbero assumere un farmaco per porre fine alla propria vita o chiedere a un medico di farlo.

Nel Queensland, invece, una commissione parlamentare sta studiando da maggio scorso diversi progetti di legge che vanno in questa direzione, ma in questo Stato australiano l’asticella si sposterebbe ancora più in là. Infatti, nella bozza su cui lavora il parlamento del Queensland non è richiesta nessuna valutazione medica sullo stato di salute e malattia del paziente, ma solo che il paziente abbia una malattia terminale incurabile che essa causi una sofferenza intollerabile e duratura.

Di caso in caso, di Stato in Stato, lo scivolamento verso la tomba pare essere la via più popolare nei parlamenti socialisti australiani, bel modo di promuovere la giustizia sociale: dal potere al popolo alla morte popolare.

 

di Luca Volontè

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