Apprendiamo da La Verità di ieri, 30 agosto 2023, che sul sito del Senato circola una traduzione dell'art. 3 della Costituzione italiana in cui al posto di «sesso», che in inglese si dice «sex» c'è scritto «gender».
Sappiamo bene che i due termini non sono sinonimi: il sesso è dato da Madre natura, il genere è un costrutto sociale che oggi è declinabile il almeno 150 varianti. Il sesso è la realtà, il genere è un'astruseria ideologica.
Oggi hanno fatto sapere che le autorità competenti porrano presto rimedio al grossolano errore - stigmatizzato anche dagli Accademici della Crusca - che, a voler pensar bene, è stato una svista, a pensar male è stato un gesto di prevaricazione del quale i colpevoli dovrebbero essere chiamati a rispondere.
Ma non è la prima volta che i traduttori ufficiali dei testi di legge commettono svarioni ideologici così evidenti.
In passato abbiamo già visto come sia stato tradotto dall'inglese il testo dell'art.6 della Convenzione sui diritti del fanciullo: «Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita» sul sito dell'Unicef. Ma la versione originale internazionale dice esplicitamente: «States Parties recognize that every child has the inherent right to life», cioè «Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un intrinseco diritto alla vita», come leggiamo sul sito dell'OHCHR.
Che vuol dire "diritto inerente alla vita"? Non vuol dire proprio un bel niente. La traduzione corretta è quella che sottende il diritto alla vita di tutti i bambini, con buona pace degli abortisti che all'Unicef (l'agenzia Onu deputata alla tutela dei bambini!) hanno provato a mistificare la cosa.