«Intendo dimettermi da leader del partito e da primo ministro, dopo che il partito sceglierà il prossimo leader attraverso un competitivo, robusto processo nazionale». Sono le parole con cui il 6 gennaio 2025, dopo quasi un decennio al potere, Justin Trudeau, primo ministro del Canada, ha annunciato il suo addio. Mesi di crollo dei sondaggi hanno portato Trudeau sul viale del tramonto politico, il che si auspica possa avvenire anche per l’agenda woke, Lgbt e mortifera che il premier canadese ha ostinatamente realizzato per anni.
I finanziamenti alll’aborto
Iniziando con l’aborto, possiamo dire che il leader del Canada ha investito miliardi di soldi pubblici in favore della soppressione prenatale, anche all’estero; solo nel 2017, celebrando la Giornata internazionale della donna, aveva promesso 650 milioni di dollari di stanziamenti per i cosiddetti diritti riproduttivi – il nome elegante dell’aborto - in tutto il mondo. Al punto che quando al Ministro delle Finanze Chrystia Freeland è stato chiesto se il suo governo finanziasse l’aborto perfino nei Paesi in cui la pratica è illegale, si è rifiutata di rispondere. Viceversa Trudeau ha reagito quasi stizzito, dinanzi all’incoraggiante ritorno del vento pro life sulla scena, specie dopo la sentenza della Corte Suprema Usa del 2022, chiedendosi con arroganza: «Quando smetteremo di dover riesaminare la questione?». Questo per dire cosa è stato il governo del leader canadese. Spaventoso, poi, il bilancio sull’eutanasia e del suicidio assistito.
Il dramma dell’Eutanasia
Solo nel 2023, come si è già ricordato su questo sito, nel Canada dei cosiddetti nuovi diritti oltre 15.000 persone - 15.343, per l’esattezza – hanno ottenuto la cosiddetta “dolce morte”; e tra le ragioni di queste richieste troviamo 3.200 decessi per solitudine e isolamento, quasi 1.400 per fragilità, 930 per dolore cronico e 240 per demenza. Ma non solo. Già nel 2021 in Canada le morti per eutanasia e suicidio assistito erano state il 3,3% del totale dei decessi, aumentate al 4,7% nel 2023 e si conta che in più di otto anni dall’entrata in vigore della norma, nel 2016, hanno usufruito della morte di stato oltre 47mila canadesi.
L’Agenda Lgbt di Trudeau
Forsennato anche il sostegno all’agenda arcobaleno. Nel Canada di Trudeau – che durante la cerimonia di apertura del Gay Pride di Toronto del 2017 sfoggiò, nel caso non fosse ancora chiaro da che parte stesse, i calzini arcobaleno – le scuole più esclusive sono quelle che, come unica bussola per l’identità sessuale, si basano sull’autoidentificazione; che eliminano la separazione nelle competizioni tra maschi e femmine; che bandiscono le parole mamma o papà in favore di “parente”, “familiare”, “tutore”. Ancora, nel Paese i percorsi di riassegnazione sessuale – ovviamente pure per minori – son stati facilitati in tutti i modi e in tutti i modi ostacolati i genitori che hanno provato ad opporsi; e per non farsi mancare nulla gli “assorbenti per uomini” (mai virgolette furono più opportune) risultano oggi installati in tutti i bagni degli edifici pubblici, compreso il Parlamento. La fissazione di Trudeau per l’agenda Lgbtq+ è stata tale che al G7 del 2023 è proprio su questo che battibeccò con la premier italiana Giorgia Meloni, dicendosi «preoccupato da alcune» delle posizioni «che l'Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt».
Per l’Italia un esempio da non seguire
Fortunatamente Governo e Istituzioni italiane non si sono fatte intimidire né condizionare da quelle folli pressioni di Trudeau, e anche la politica internazionale sembra andare in direzione opposta, se pensiamo che anche Kamala Harris – su cui i progressisti di mezzo mondo, e lo stesso Trudeau, facevano affidamento – è stata sonoramente battuta alle elezioni da Donald Trump. Non resta dunque che augurarsi che il disastro del Canada - dove oggi un politico di 53 anni è costretto a dover lasciare a testa bassa, punito dai pessimi sondaggi che la sua stessa agenda gli ha procurato – possa insegnare qualcosa all’Europa e in particolare all’Italia dove, tra carriera alias ed educazione sessuale, le insidie ideologiche non mancano. E bisognerebbe fare molta attenzione prima di sposarle o anche solo tollerarle, perché si rischia di finire politicamente - e socialmente - male.