Dopo il proclama di Trump sul diritto all’obiezione di coscienza e alla libertà religiosa di cui abbiamo detto qui, il Dipartimento ( = ministero) della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, ha costituito una nuova divisione all’interno dell’ufficio per i diritti civili per rafforzare la tutela, appunto, della coscienza e la libertà religiosa degli operatori sanitari.
La nuova divisione avrà il compito di emanare norme regolamentari che proteggono la coscienza e proibiscono la coercizione su questioni come l’aborto, il suicidio assistito e il libero esercizio della religione e proibiranno le ingiuste discriminazioni in tali campi.
Un netto rovesciamento dalla posizione che aveva preso l’amministrazione Obama: proclamando in modo altisonante la “libertà di scelta” (come fanno i radicali e i loro sodali, qui da noi), in realtà costringeva i cittadini americani a mettere da parte la propria coscienza o la propria fede per poter accedere a determinate professioni o per poter esercitare determinate attività. L’esempio della lunga battaglia legale tra l’amministrazione Obama e le Piccole Sorelle dei Poveri è l’esempio più facile da ricordare.
L’istituzione della Divisione Conscience and Religious Freedom è un passo storico e positivo per proteggere la libertà religiosa e i diritti di coscienza, che segna il compimento delle promesse fatte nell’ordine esecutivo del maggio scorso, di cui abbiamo scritto qui, e dell’ordinanza di ottobre (si veda qui) che – appunto – modificava il “mandato contraccettivo” che obbligava i datori di lavoro a pagare un’assicurazione che coprisse aborto e contraccezione, per i dipendenti: proprio la questione relativa – per esempio – alle Piccole Sorelle dei Poveri e alla catena di negozi Hobby Lobby.
La libertà religiosa è forse il primo dei diritti fondamentali e inalienabili di ogni essere umano (e comprende anche la libertà degli atei di non seguire alcuna religione...): e come esseri umani, inoltre, ci affidiamo ai medici e ai professionisti del settore sanitario che sappiamo per vocazione, scelta e professione si impegnano a “non recarci danno”, non a carnefici, né a medici che possano essere costretti a porre fine alla nostra vita.
In Italia, invece, così come stanno le cose, i medici possono essere costretti a ucciderci da un rappresentante, un fiduciario o da un biotestamento firmato chissà quando e che vorremmo revocare, ma non ne abbiamo la capacità o la possibilità.
Possiamo sperare che dalle elezioni di marzo prossimo esca fuori un Governo e un Parlamento che pongano rimedio a tale scempio?
Redazione
Qui il video (in inglese, ma comprensibile) di LifeSiteNews (che è la fonte di questa notizia) in cui si ricordano le promesse elettorali di Trump sui temi bioetici e sulla libertà religiosa.
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto