Nel Regno Unito la Camera dei Lord ha bocciato un emendamento che avrebbe costretto il governo a presentare una legge sul suicidio assistito entro un anno.
Una bocciatura inaspettata? Niente affatto. Nel Regno Unito è addirittura la 12esima volta che il Parlamento di Sua Maestà boccia eutanasia e suicidio assistito nel paese dal lontano 1997. Il Parlamento ha infatti respinto l'emendamento 170 all’Health and Social Care Bill, proposto da Lord Forsyth, che riguardava appunto la materia giuridica del suicidio assistito, tuttora punito secondo la legge del 1961 con una pena che può arrivare fino a 14 anni di carcere.
I membri della cosiddetta Camera dei “pari d’Inghilterra” hanno respinto la proposta con 179 voti contro 145, dopo un dibattito durato tutta la settimana.
Danny Kruger, presidente dell'All Party Parliamentary Group for Dying Well, che si oppone all'eutanasia e al suicidio assistito, ha affermato: «La Camera dei Lord ha ora inequivocabilmente respinto l'ultimo tentativo di inserire leggi radicali sul suicidio assistito nel paese e siccome i sostenitori del suicidio assistito hanno sempre sostenuto che la Camera dei Lord fosse più favorevole della Camera dei Comuni, questa è un'ampia prova che il suicidio assistito non gode né di slancio né di sostegno».
L'Health and Social Care Bill, dentro il quale era inserito l’emendamento poi bocciato, mira a riformare e ristrutturare il servizio sanitario nazionale britannico e sta raggiungendo le sue fasi finali del processo parlamentare, essendo già passato attraverso la Camera dei Comuni. L'emendamento bocciato sul suicidio assistito avrebbe imposto al governo l'obbligo di introdurre una legislazione «per permettere ai malati terminali e agli adulti mentalmente vigili di porre fine legalmente alla propria vita con l'assistenza medica», il tutto entro un anno dall'entrata in vigore della legge.
Nathan Stilwell di ‘Humanists UK’, un gruppo che ha sostenuto l'emendamento, ha invece affermato che il fallimento dell'emendamento «deruba coloro che hanno bisogno di una morte assistita della scelta, della dignità e dell'autonomia su quando porre fine alla loro vita» e ha insistito che l’eutanasia dovrebbe essere in diritto umano fondamentale.
Durante le discussioni in Aula, coloro che si sono opposti a cambiare la legge per permettere l’eutanasia ed il suicidio assistito sono stati accusati ingiustamente di essere in qualche modo antidemocratici, crudeli e di cercare di strozzare il dibattito.
Infine, sul fronte cattolico, il vescovo John Sherrington, responsabile del settore bioetica della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha commentato la decisione della Camera dei Lord con soddisfazione e ha citato espressamente le cure palliative. «Siamo convinti – ha affermato Sherrington - della necessità di cure di alta qualità per tutti».