23/10/2012

Usa divisi sul caso di Teresa Wagner: “Io, discriminata perché anti-abortista”

E’ considerata da colleghi e studenti una persona intelligente, dai modi garbati e con una grande passione per lo studio della legge, ma per anni si è vista scippare la cattedra universitaria a cui tanto ambisce da candidati molto meno preparati di lei. E questo, a quanto sembra, a causa delle sue idee politiche. E’ la storia di Teresa Wagner, docente part-time di «scrittura» della Scuola di legge dell’Università dell’Iowa.

La sua grande aspirazione è sempre stata quella di ottenere l’assegnazione di una cattedra nella materia che da anni insegna e per la quale si è sempre dedicata con tenacia e passione. Ma non è mai riuscita a realizzare il suo sogno. La prima occasione sfumata risale al 2007: la Wagner è convocata dalla commissione giudicante e viene esaminata a lungo con esiti, a suo dire, positivi. Pensa di avercela fatta e invece le comunicano che la cattedra è stata assegnata a un’altro candidato, una persona senza esperienza di insegnamento e con un profilo molto meno solido. Gli anni successivi accade la stessa cosa secondo un copione ben preciso che instilla alla donna un sospetto, quello di essere discriminata per il suo impegno civile contro il diritto all’aborto. Il sospetto diventa certezza, Teresa decide di ricorrere alle vie legali presentando una denuncia al giudice e chiedendo l’avvio di un’indagine destinata a sollevare polemiche anche per le reiterate accuse rivolte alla leadership della Scuola di legge dell’ateneo di avere tendenze chiaramente «liberal».

Già in passato docenti con propensioni conservatrici avevano affermato di essere stati discriminati nei concorsi interni a diverse scuole di legge per motivi politici, ma nessuna azione legale era mai stata avviata anche per la difficoltà a fornire prove concrete. Il caso Wagner è quindi il primo del suo genere: «Finalmente sarà fatta luce su una pratica riprovevole che riguarda una larga parte dell’educazione universitaria – spiega Peter Wood, presidente dell’Associazione nazionale ricercatori, che spesso in passato ha ricevuto denunce simili a quella della Wagner – Quello che fa il caso di Teresa particolarmente significativo è che lei è riuscita a raccogliere prove documentate del misfatto». Alcuni accademici tuttavia temono che la causa con l’Università dell’Iowa rischi di innescare l’avvio di tante altre azioni legali con la conseguenze interferenza del potere giudiziario nelle assunzioni degli atenei. La Wagner da parte sua sostiene che il principale oppositore alla propria candidatura sia il professor Randall Bezanson, ex assistente legale del giudice Harry Blackmun ai tempi in cui il togato formulò la famosa sentenza «Roe contro Wade», che di fatto portò alla legalizzazione dell’aborto nel 1973. Un sentenza che Teresa ha sempre criticato e contro la quale si batte con forza da anni nell’ambito del suo attivismo civile.

La donna sostiene, inoltre, che 46 dei 50 membri della commissione giudicante sono democratici, mentre uno solo sarebbe repubblicano. E a prova della discriminazione è pronta a portare in tribunale una e-mail inviata da un alto funzionario della Scuola di legge in cui sostiene la candidatura della Wagner e denuncia al rettore della facoltà che alcuni professori si oppongono a questa «perché disprezzano le idee politiche della donna e in particolare il suo attivismo». I legali della «Law School» si difendono spiegando che la candidata è stata esclusa a causa dell’esito negativo del suo colloquio, un’affermazione considerata un pretesto dall’avvocato della donna. Di fatto però molti studi recentemente condotti sulle inclinazioni politiche dei candidati a posizioni universitarie dimostrano come i professori di giurisprudenza abbiano per la grande maggioranza un orientamento politica di sinistra.

di Francesco Semprini

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