E se, dopo un utero in affitto, la merce consegnata è sbagliata?
BioEdge riporta la vicenda di una coppia gay israeliana che ha comprato una bambina in Nepal.
Se la sono portata a casa e poi – a seguito di analisi di routine in cui si è visto anche il codice genetico della bimba – si sono accorti che la piccola non era figlia biologica di nessuno dei due.
L’hanno riportata in Nepal dove l’hanno consegnata ai legittimi proprietari (una coppia eterosessuale) e ora attendono la nascita della bambina giusta.
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L’articolo riporta tutte le giustificazioni date dai vari mercanti di esseri umani coinvolti e non, che assicurano che questi sbagli sono errori umani che non capitano quasi mai, ma che certo, umanamente possono capitare.
Altri garantiscono che prima di consegnare la merce fanno un test del DNA di verifica.
Alcune malelingue dicono che tanto – anche quando capitano certi errori – non se ne accorge nessuno (le analisi del DNA sono piuttosto costose e quindi molti, in realtà, non le fanno).
Ma i più assicurano che con l’utero in affitto la tutela del compratore è garantita: la merce fallata si può non ritirare e la merce sbagliata si può cambiare.
Chissà se fanno i cambi anche in periodo di saldi ... e chissà se bisogna conservare lo scontrino.
Redazione