Secondo quanto riportato dal Governo, in tre giorni sono già 52.869 i bambini tra i 5 e gli 11 anni che hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti Covid. La campagna vaccinale, dunque, prosegue, anche e ora soprattutto con la fascia di popolazione in età pediatrica. In realtà su quest’ultima categoria la scienza è ancora divisa, in particolare sul rapporto rischi-benefici. Senza la pretesa, né la volontà, di indurre qualcuno a non vaccinarsi, ma col rispetto della libertà di scelta per tutti, vogliamo qui di seguito fare un punto della situazione su alcuni studi e pareri che hanno espresso dubbi e perplessità sui vaccini anti-Covid per i bambini.
In primis bisogna considerare che è stato ormai accertato che, salvo casi molto rari, il Covid-19 non colpisce in modo grave i bambini. Un recente studio condotto da alcuni ricercatori in Germania ha rivelato che nessun bambino sano di età compresa tra 5 e 18 anni è morto di Covid-19 nei primi 15 mesi della pandemia e che mediamente solo un bambino su 50.000 necessitava di cure ospedaliere intensive per il Covid.
Partendo dall’analisi di questo e di altri studi sull’argomento, una Commissione Medico-Scientifica Indipendente ha diffuso un documento in cui ha illustrato ben sedici motivi per cui è sconsigliabile procedere in questo momento con le vaccinazioni pediatriche. Gli esperti hanno sottolineato che anche l’argomento per cui bisognerebbe vaccinare i bambini per proteggere altre fasce di popolazione più a rischio non è molto fondato, dato che gli ultimi bollettini dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno confermato che questi vaccini non possono di fatto prevenire la trasmissione di SARS-CoV-2 a distanza di 6 o 7 mesi dal completamento del ciclo vaccinale.
Diversi esperti hanno anche enfatizzato che in base agli studi attuali e all’analisi degli effetti avversi che sono emersi finora, salvo eccezioni, i rischi della vaccinazione pediatrica superano i benefici. Inoltre, secondo una ricerca condotta dall’Università della California, negli adolescenti sono sei volte più probabili problemi cardiaci post-vaccino rispetto al ricovero per Covid.
Anche in Italia alcuni importati medici hanno espresso la loro contrarietà alla vaccinazione dei bambini. Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, ha affermato che “non c’è nessun bambino in rianimazione, resistono al virus e non si capisce perché, non conoscendo in questo momento gli effetti a lungo termine, dovremmo vaccinarli”.
Pure Maria Rita Gismondo, la direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bio-emergenze dell’ospedale Sacco di Milano, è stata perentoria sul vaccino ai bambini: “Al momento non credo che i dati a nostra disposizione giustifichino questo tipo di vaccinazione, per almeno due motivi: in quella fascia di età la severità della malattia e la mortalità è quasi pari a zero. Peraltro, sappiamo che l’immunità di gregge non sarà mai raggiunta, quindi il rapporto rischi-benefici ad oggi non sembra giustificarne la vaccinazione”.