Nonostante il loro tentativo di trasformarlo in un caso nazionale, i due deputati del M5s Veronica Giannone e Luigi Gallo, hanno incassato una solenne smentita, grazie al comunicato del liceo Galilei-Curie di Monopoli, con cui è stata finalmente scritta la parola fine sotto la spiacevole vicenda del presunto trauma subito dagli alunni della stessa scuola, in seguito alla proiezione, in classe, di un video sull’aborto, L’urlo silenzioso, nell’ora di religione. Promotore dell’iniziativa, il docente don Oronzo Negletto, il quale, dopo essere stato letteralmente crocifisso per via mediatica, è stato scagionato grazie alla testimonianza degli alunni che hanno negato di essere stati turbati dal video in questione. Una difesa avallata ulteriormente dal comunicato del preside diffuso dopo la clamorosa smentita e nel quale si legge: «Appare assolutamente sproporzionata e impropria l’affermazione relativa al “turbamento di decine di ragazzi, sconvolti dall’episodio“». Gli studenti stessi, piuttosto, sottolinea il preside, sono stati «fortemente provati dal clamore e dispiaciuti dall’attenzione mediatica che in questi giorni ha coinvolto l’intera comunità scolastica».
Ma non finisce qui, perché, a quanto pare, la questione è stata presentata in modo talmente difforme dalla realtà che anche i genitori hanno voluto scrivere un comunicato a sostegno del professore incriminato: «Prendiamo compatti le distanze dall’interpellanza parlamentare rivolta al ministro Bussetti perché ci sembra sia stato un modo inopportuno per strumentalizzare l’episodio, ma soprattutto perché riteniamo che, proprio per la delicatezza da più parti invocata, questo genere di questioni debba essere condiviso e partecipato con i diretti responsabili prima di adire altre strade». Gli stessi genitori sottolineano, inoltre, che i loro figli «non sono affatto rimasti oltremodo turbati o offesi dalle scelte didattiche compiute dal docente, che resta per loro invece, un solido e sicuro punto di riferimento di cui non vorrebbero essere privati».
Insomma, viene, a questo punto, da chiedersi il perché di tanto clamore suscitato dai due deputati senza, evidentemente, nemmeno conoscere da vicino la realtà dei fatti o, quantomeno, preoccuparsi di conoscerla. In questo caso, anziché mettersi davvero al servizio dei cittadini, si è preferito, semplicemente, collocarsi nel solco del politicamente corretto per riscuotere facili, ma a quanto pare, poco duraturi, consensi.
Manuela Antonacci