Nella Capitale è molto acceso, da qualche settimana a questa parte, il dibattito sull’estensione della Ztl. Non si tratta soltanto di una questione tecnica, legata a tematiche ambientali, a partire dalla salubrità dell’aria e dell’emissione di Co2. Un risvolto tutt’altro che secondario della problematica è che, in una città come Roma, molto carente sul piano infrastrutturale e della mobilità pubblica, con un provvedimento del genere, i disagi andrebbero a scaricarsi principalmente sulle categorie sociali non fornite di mezzi di locomozione propri (autoveicoli in primis): famiglie meno abbienti, bambini, giovani, anziani, fragili, disabili. Sull’argomento, si sta mobilitando la senatrice Lavinia Mennuni (FdI), che a colloquio con Pro Vita & Famiglia, ha illustrato anche un progetto di legge, ancora in divenire, ma che si prefigge di essere una robusta ed efficace risposta all’iniziativa della Ztl, avanzata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Ascolta "Ztl a Roma. Mennuni (FdI): «Penalizzerà in particolare anziani e fragili»" su Spreaker.Senatrice Mennuni, sembra proprio che le più penalizzate da un’eventuale Ztl a Roma saranno soprattutto le famiglie. Qual è la sua posizione in merito?
«Sicuramente, una novità del genere procurerebbe disagi enormi e intollerabili. Voglio ricordare che stiamo vivendo una fase post-pandemica e bellica, caratterizzata da un’inflazione elevatissima, quindi, difficilmente le famiglie che vivono in condizioni di maggiore difficoltà, potranno acquistare un autoveicolo. Con una Ztl, l’attuale situazione del trasporto pubblico romano (che comunque è in una condizione sicuramente non paragonabile ad altre città quali Milano, per non parlare poi di alcune grandi capitali europee) rischia di divenire addirittura insostenibile per lo stesso trasporto pubblico locale. Fratelli d’Italia, il mio partito, tra l’altro, ha sempre ritenuto che fosse rilevantissimo intervenire per implementare il trasporto pubblico locale e portarlo a livelli accettabili. Tanto è vero che al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ho chiesto – in qualità di consigliere comunale e membro della Commissione Trasporti di Roma Capitale – di stanziare un finanziamento per la Metro C. È stato complesso riuscire a trovare 2,3 miliardi di euro in una manovra di bilancio molto magra, ma ovviamente il presidente del Consiglio ha ritenuto che fosse prioritario dotare la città di questa importante struttura, che, non a caso, inizialmente, fu addirittura finanziata con una legge obiettivo nazionale».
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Che principio c’è dietro?
«Il diritto alla salubrità dell’aria è un diritto costituzionalmente sancito ma lo è altrettanto il diritto alla libertà di circolazione. Sono quindi tutti elementi di rango costituzionale, per cui non si può pensare di agire in modo scomposto, perché si rischia davvero di andare a ledere la quotidianità della vita delle famiglie e delle persone più disagiate. Tutto questo non lo possiamo tollerare, tanto più in questa fase, ed è il motivo per il quale sto studiando, con gli uffici legislativi e con alcuni ingegneri dei trasporti, un disegno di legge che probabilmente a breve riusciremo a presentare, proprio per evitare che possano esserci azioni autonome da parte dei sindaci, che non tengano conto di tutta una serie di elementi, tra cui quella che è la effettiva dotazione di trasporti a disposizione della città, prima ancora di immaginare provvedimenti quali quello di ampliare la Ztl».
Che ricadute teme in particolare per anziani e bambini, con un’eventuale Ztl a Roma?
«A Roma, purtroppo da tanto tempo, abbiamo un triste problema legato proprio alla scarsità di mezzi accessibili, ad esempio, per le mamme con carrozzina, ma anche per molti anziani che hanno delle difficoltà di deambulazione e poi per i disabili. Quando ero delegato alle Pari Opportunità di Roma Capitale, grazie ad una persona eccezionale che era la vedova del professor Maglio (colui che ha portato le Paralimpiadi in Italia) scoprii che a Roma non avevamo taxi accessibili per disabili. Feci fare un bando col Comune di Roma e da allora ci sono 35 veicoli accessibili per disabili. Tutto questo rientra in quel diritto alla libera circolazione di cui parlavo prima. Ci tengo poi a sottolineare un ultimo aspetto, che richiama le direttive dell’Unione europea sul tema delle polveri sottili. È vero che l’Unione europea chiede un’attenzione proprio verso la salubrità dell’aria e dell’ambiente ma è altrettanto vero che non indica assolutamente la riduzione del traffico veicolare privato come la soluzione. Sappiamo bene – e lo sanno anche l’Unione europea e tutti i tecnici competenti in materia – che l’inquinamento è cagionato prevalentemente dal riscaldamento degli edifici e dal riscaldamento domestico e quindi è su questo che dobbiamo lavorare, non già andare a adottare il provvedimento più semplice che poi, però, va a inibire la libertà di circolazione».